“Sei anni di splendidi risultati per 250 scuole che tutta Italia si sono associate per raggiungere i più alti traguardi”: a dirlo a margine del VI Congresso della Rete nazionale degli Istituti agrari è la presidente Patrizia Marini.
Tra i risultai l’eredità di Expo che insegna a trattare madre terra come merita. La mission futura dovrebbe dunque essere quella di formare i ragazzi in maniera innovativa per il mondo del lavoro per far sì che essi possano trovare specializzazioni sempre più attinenti al mondo dell’agroindustria che rappresenta l’1,5% del pil nazionale.
Per quel che riguarda lo strumento dell’alternanza, gli istituti agrari sono stati i primi a fare tali esperienze per consentire ai ragazzi di sperimentare un livello di competenze e di libertà di espressione superiore. In questo modo al di fuori della scuola i ragazzi possono testare le competenze più specifiche.
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Gli istituti agrari rivestono un’importanza assoluta “non solo per l’istruzione ma per tutto il Paese”: così la direttrice del Miur, Carmela Palumbo.
Quella degli istituti agrari, secondo la dirigente del Miur “è un’offerta formativa di qualità che permette agli studenti una rapida transizione tra periodo di formazione e mondo del lavoro”. A questo proposito, lo strumento dell’alternanza scuola lavoro previsto dalla legge 107 su La buona scuola, che da molti anni viene praticata negli istituti agrari “è stato uno dei modelli da cui abbiamo preso ispirazione. Un’organizzazione che abbiamo proposto agli istituti superiori”. “La presenza dell’azienda agraria nelle scuole è un luogo laboratoriale per eccellenza”, ma soprattutto, “è l’anticamera dell’alternanza scuola-lavoro vera e propria. Con la legge 107, “abbiamo reso possibile questo modello in tutti gli istituti superiori”.