Il CESP-Centro Studi Scuola Pubblica, associazione culturale attiva dal 1999 (Ente accreditato/qualificato alla formazione e aggiornamento del personale docente, con DMI prot.869 del 25/07/06 – Riaccreditato in base alla Direttiva 170/2016-MIUR), opera da tempo nell’ambito degli istituti penitenziari italiani, attraverso la “Rete delle scuole ristrette”, strumento di contatto, riflessione, discussione tra i docenti delle scuole in carcere che rivendicano la centralità del ruolo dell’istruzione nel percorso detentivo e il diritto alla sua esigibilità da parte dei detenuti.
In questi anni, CESP e Rete si sono soffermati sulla rilevazione dei bisogni educativi propri della popolazione detenuta, mettendo in atto una strategia in grado di fornire risposte in termini educativi, tenendo conto della pluralità delle istanze provenienti dal variegato e difforme ambiente penitenziario. La modalità di lavoro in rete con i docenti e l’approccio laboratoriale dell’intervento hanno permesso di ottenere risultati positivi e riscontrabili, di produrre cambiamenti, modificare gli equilibri e gli standard di gruppo delle “classi”, intervenendo sui fattori di resistenza al cambiamento, sia da parte di docenti e studenti “ristretti”, sia da parte degli operatori, visto che uno degli scopi dell’azione educativa è proprio quello di accompagnare i detenuti verso l’uscita consapevole dalla struttura carceraria e che per raggiungere tale obiettivo è necessario il coinvolgimento di tutto il personale impegnato nell’esecuzione penale.
L’ultimo appuntamento in presenza della Rete delle scuole ristrette (che svolge annualmente almeno tre seminari di formazione/aggiornamento), prima del dilagare della pandemia, si è svolto a Matera, nel novembre 2019, nell’ambito del ciclo “Con lo sguardo di dentro: Matera 2019 capitale europea della cultura. Diritto di accesso e partecipazione dei detenuti alla vita culturale della società”. Nel Teatro Guerrieri della città si sono allestite mostre, svolte rappresentazioni teatrali, presentati i lavori della Rete delle scuole ristrette, fatti bilanci e declinate prospettive, alla presenza degli attori principali dell’esecuzione penale: i detenuti che, con i docenti della rete delle scuole ristrette, si sono rapportati alla cittadinanza che li ha accolti, li ha ascoltati, li ha seguiti ed applauditi, in tre giorni di seminari e di spettacoli, nell’anno in cui Matera è stata una brillante capitale europea della cultura.
Per segnare una continuità, dall’allora al qui, pur nel solco scavato dal COVID-19 nelle vite di ognuno/a e ritessere, insieme, quel filo dell’ordito che a tratti sembra essersi interrotto, vogliamo ricominciare, nella VI Giornata Nazionale del Mondo che non c’è, con il seminario di due giorni “come un filo che si intreccia nell’ordito“, che si svolgerà a Spoleto, nell’ambito del Festival Dei Due Mondi, presso il Cinema Sala Frau– Vicolo S. Filippo, 16 – Spoleto, il 9 e il 10 luglio prossimi (in presenza e da remoto), ripresentando alcuni spettacoli e lavori esposti in quegli incontri, cui se ne aggiungeranno di nuovi e ragionando, insieme, di cosa sia accaduto in carcere in quest’anno e mezzo che ci separa da quell’incontro. Crediamo che questo tempo abbia segnato un passaggio, determinato un “punto di caduta” oltre il quale occorre costruire nuove ed efficaci modalità di interazione e crediamo che lo si debba fare ripartendo da quei diciotto tavoli degli Stati generali dell’esecuzione penale del 2016, coordinati dal Professor Glauco Giostra.
Per questo proponiamo, nella prima delle due giornate seminariali un Tavolo Interistituzionale su “Gli Stati Generali dell’esecuzione penale e la nuova cultura della pena“ per valutare cosa rimane, a cinque anni dalla conclusione di quei lavori e dopo lo “tsunami” della pandemia, di quel disegno “complessivamente ambizioso e profondamento innovativo” con il quale si segnava il passaggio da una cultura della pena come puro “controllo” a quella della “conoscenza”, per dare nuovo senso e assetto alla realtà dell’esecuzione penale.
Nella seconda giornata seminariale si parlerà di teatro, cultura e lavoro nell’esecuzione penale e saranno presentati: “Sempre in Quell’aura Sanza tempo tinta“, spettacolo teatrale di Giorgio Flamini e della Compagnia #SineNOmine, con gli attori della Casa di reclusione di Maiano; il libro di Pierdonato Zito (ergastolano, sconta la sua pena nel carcere di Secondigliano) “I colori nel buio”, a cura di Antonio Belardo; l’esperienza della Rete delle scuole ristrette nel progetto Adotta uno scrittore in carcere del Salone Internazionale del Libro di Torino alla luce dei 19 istituti penitenziari coinvolti.
Anna Grazia Stammati Presidente CESP
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