Chi sottoscrive questa lettera é una rappresentanza dei docenti immessi in ruolo nella fase B del piano straordinario di assunzioni di quest’estate.
Come ben sapete, la maggior parte dei docenti immessi in questa “sciagurata” fase (ben più del 90%), ha avuto assegnata una sede non solo fuori Provincia, ma quasi sempre addirittura fuori Regione.
Da una parte la legge ci ha costretto ad una scelta praticamente “al buio” (non é stata fatta una graduatoria unica nazionale, né un elenco ufficiale delle sedi disponibili) e dall’altra la legge non ci ha permesso di rinunciare ad una sede che fosse stata troppo lontana per le esigenze familiari, pena la cancellazione da tutte le graduatorie.
Abbiamo subito anche la beffa di veder immessi in ruolo nella nostra provincia tanti docenti che erano dopo di noi in graduatoria, e che sono subentrati nei posti di potenziamento introdotti nella fase C.
Infine, allo stato attuale, per coloro che sono entrati in ruolo sul sostegno non é prevista la mobilità territoriale per i posti comuni, ma solo sul sostegno.
Dopo più di 10 anni di precariato (per tantissimi di noi) e tanti punti in graduatoria, ci siamo ritrovati “scaraventati” a centinaia di Km di distanza da casa, con pesantissime conseguenze dal punto di vista familiare ed economico.
Addirittura 244 docenti hanno dovuto rinunciare alla proposta di incarico prima di prendere servizio, azzerando una carriera che forse non potranno più ricominciare. Vorremmo ricordare anche loro con questa lettera.
L’unica possibilità che abbiamo per riavvicinarci a casa è la mobilità nazionale che ci sarà a fine anno scolastico, e per questo stiamo seguendo attentamente la posizione dei sindacati al tavolo del rinnovo del contratto integrativo per la mobilità.
E per quanto riguarda il problema dei circa 9000 insegnanti immessi in fase B, COSTRETTI IN MASSIMA PARTE AD ANDARE FUORI REGIONE E CHE VORREBBERO ALMENO RIAVVICINARSI A CASA, DAI COMUNICATI DEI LAVORI AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE NON RILEVIAMO AD ONOR DEL VERO CONVINTI ACCENNI DI PROPOSTA.
La cosa ci sembra rilevante. Ovviamente ci rendiamo conto che il nostro è solo uno dei tanti problemi introdotti da una riforma scolastica che presenta diverse problematiche, e che soprattutto è stata fatta così in fretta da far emergere solo dopo tutta una serie di incongruenze, ma richiediamo con forza dalle organizzazioni sindacali e dal Miur una presa di posizione anche relativamente al problema delle migliaia di docenti, chiamiamoli così, “esodati” nella fase B.
Abbiamo sollecitato le strutture territoriali in tal senso con alcune proposte concrete e fattibili, e attendiamo di vedere che qualcosa almeno venga proposto al tavolo delle trattative sul contratto per la mobilità. Pensiamo che usando al massimo queste possibilità, e in particolare i posti di potenziamento che sono rimasti attualmente vuoti e quelli che verranno generati dai Piani Triennali dell’Offerta Formativa delle scuole, l’anomalia degli esodati della fase B verrebbe ad essere sanata in tempi brevissimi e con il minimo disagio per tantissime famiglie che ora si sentono vittime di un’incomprensibile ingiustizia e che si devono sobbarcare fatiche a volte impossibili.
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