recanti norme per il riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali.
Messe da parte le sperimentazioni e i progetti assistiti, i licei saranno sei.
Nel liceo classico, introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio e potenziata l’area scientifica e matematica.
Nel liceo scientifico, la nuova opzione delle “scienze applicate” raccoglie l’eredità della sperimentazione “scientifico-tecnologica”.
Il liceo artistico, articolato in prima lettura in tre indirizzi, ne avrà invece 6 distinti (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), “anche per facilitare la confluenza degli attuali istituti d’arte e garantire la continuità ad alcuni percorsi di eccellenza”.
Il liceo delle scienze umane sostituisce il liceo sociopsicopedagogico; rispetto alla prima lettura, sono state potenziate le materie di indirizzo e potrà essere attivata una opzione “economico-sociale” in cui saranno approfonditi i nessi e le interazioni fra le scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche.
Da percorso sperimentale inserito in altri contesti scolastici, il linguistico diventa un liceo autonomo e prevede l’insegnamento di tre lingue straniere sin dal primo anno; dal terzo anno, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera (nel quarto anno la novità sarà estesa ad un secondo insegnamento).
Peraltro, l’insegnamento nel quinto anno di una disciplina non linguistica in lingua straniera riguarderà tutti i percorsi liceali.
Altra novità è rappresentata dal liceo musicale e coreutico, articolato in due sezioni (musicale e coreutica; inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche e potranno essere attivate in convenzione con i conservatori e le accademie di danza per le materie di loro competenza).
I nuovi istituti tecnici si divideranno in due settori: economico e tecnologico. Il primo riguarda due indirizzi: amministrativo, finanza e marketing; turismo. Il settore tecnologico, invece, è articolato in nove indirizzi: meccanica, meccatronica ed energia; trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria, agroalimentare e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio.
Gli istituti professionali sono suddivisi in 2 macrosettori (servizi; industria e artigianato), a loro volta articolati in sei indirizzi.
In particolare, al settore dei servizi corrispondono questi indirizzi: per l’agricoltura e lo sviluppo rurale; socio-sanitari; per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera; commerciali.
Per il settore industria e artigianato, questi gli indirizzi: servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica; produzioni artigianali e industriali.
Immediate le prese di posizione di alcune rappresentanze studentesche. L’Unione degli studenti commenta: “la riforma delle scuole superiori ci lascia profondamente insoddisfatti, l’unica strategia del Governo è quella dei tagli, non vediamo progetti educativi dietro questo riordino. Se da una parte una riorganizzazione degli indirizzi era necessaria, dall’altra il taglio indiscriminato di ore in tutte o quasi le classi non è la risposta per riqualificare la scuola italiana. Come richiesto a granvoce anche dall’Uds, la riforma partirà solo dalle prime classi, anche se il taglio al quadro orario riguarderà anche le altre classi e l’impianto generale rimane lo stesso. Non è previsto nessun intervento significativo per rendere più unitario il biennio iniziale in cui assolvere l’obbligo di istruzione, con il risultato di differenziare sin da subito i licei dall’istruzione tecnica e professionale”.
A sua volta, il Consiglio nazionale dei presidenti delle Consulte studentesche, l’assemblea che riunisce i 107 presidenti che rappresentano gli studenti delle province italiane, ha bocciato (con 56 voti contro 36) un documento che approvava le politiche ministeriali sulla scuola e il riordino delle superiori, chiedendo invece “più investimenti per le nostre scuole e non tagli indiscriminati”.
Consulta lo speciale “Le riforme della scuola secondaria superiore“