Estero

Via le materie in contrasto con la sharia: in Afghanistan l’intransigenza talebana

Il ministro ad interim dell’Istruzione superiore nel nuovo governo dei talebani, Abdul Baqi Haqqani, ha annunciato che alcune materie “in contrasto con la sharia” verranno eliminate dai programmi di studio nelle università.

L’annuncio arriva dopo che gli Atenei e altri istituti superiori hanno riaperto da una settimana con le classi divise per genere o nella stessa aula, ma con un telo divisorio tra maschi e femmine: “Ogni materia che sia contraria la legge islamica verrà rimossa”, ha ribadito il ministro.

Intanto arriva la denuncia dell’Onu, secondo il quale i talebani non stanno mantenendo le promesse fatte alle donne afghane su diritti e inclusività, criticando pure la violenza utilizzata dagli estremisti nei confronti dei manifestanti.

L’Onu ha fatto sapere ancora di essere “costernata dalle lacune del cosiddetto governo provvisorio, che non include donne” e rappresentanti delle minoranze.

“In contraddizione con le assicurazioni ricevute nelle scorse settimane in cui i talebani si sono impegnati a sostenere maggiormente i diritti delle donne, nelle ultime tre settimane quest’ultime sono state invece progressivamente escluse dalla sfera pubblica”, ha aggiunto. L’Alto Commissario dell’Onu ha voluto rilanciare il suo appello al Consiglio affinché’ venga istituito un “meccanismo dedicato” per monitorare costantemente la situazione dei diritti in Afghanistan. 

Le posizioni di vertice del nuovo governo talebano sono infatti state assegnate ai leader chiave del movimento e alla rete Haqqani – la fazione più violenta e conservatrice. Una scelta che va contro i desideri della popolazione civile afghana “desiderosa di pace e stabilità in un Paese dove i lorom figli possano prosperare”.

Ha condannato, infine, anche le minacce e i tentativi di intimidire le ONG e i dipendenti delle Nazioni Unite che operano in Afghanistan.

Pasquale Almirante

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