Questa mattina il Consiglio dei ministri ha approvato, in prima lettura, il regolamento che ridisegna “l’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei”.
La riforma partirà dall’a.s. 2010/2011 (andrà a regime nel 2013) con le prime e le seconde classi delle scuole di istruzione secondaria di II grado. Quindi, gli alunni che quest’anno hanno frequentato la terza media, una volta alle superiori dovranno iniziare il percorso di studi secondo il vecchio sistema per ritrovarsi al secondo anno con orari, materie e organizzazione nuovi (farlo sapere prima delle scelta di alunni e famiglie non era meglio?).
Saranno sei i percorsi liceali (un paio rappresentano per la scuola statale delle “new entry”): liceo classico, liceo scientifico, liceo artistico (con tre indirizzi: arti figurative; architettura, design, ambiente; audiovisivo, multimedia, scenografia), liceo linguistico, liceo delle scienze umane, liceo musicale e coreutico.
Vengono a cadere, quindi, gli attuali 396 indirizzi sperimentali, gli oltre 50 progetti assistiti dal Ministero e le tantissime sperimentazioni attivate.
Nei licei vengono previste 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio nonché nel 5° anno, ad eccezione del liceo classico (31 ore negli ultimi tre anni), del liceo artistico e di quello musicale e coreutico dove le ore saranno qualcuna in più.
Cala complessivamente, come orario, l’offerta formativa e peraltro la riforma si allinea al taglio di un consistente numero di cattedre attuato dal Governo. Tra le discipline, è previsto un incremento orario della matematica, della fisica e delle scienze; potenziato l’insegnamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni di corso ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia delle scuole; le discipline giuridiche ed economiche si studieranno sia nel liceo scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico-sociale) mentre negli altri licei potranno essere introdotte attraverso la quota di autonomia. E’ anche previsto l’insegnamento, nell’ultimo anno di corso, di una disciplina non linguistica veicolata in lingua straniera.
Un’altra importante novità è rappresentata dal fatto che il latino sarà presente come insegnamento obbligatorio nei licei classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane (negli altri licei costituirà opzione volontaria).
Le scuole potranno modificare il piano di studi ministeriale, ritagliando al massimo il 20% del monte ore annuo al biennio e al quinto anno di studi, mentre nel secondo biennio la quota può arrivare al 30% (ma nessuna disciplina potrà subire un taglio di ore superiore al 30%). Gli insegnamenti opzionali attivati dalle scuole potranno essere disposti soltanto nei limiti di organico assegnato dal Ministero.