La riforma della scuola targata Matteo Renzi è stata definitivamente approvata. Il provvedimento ha ottenuto il via libera definitivo della Camera con 277 sì, 173 no e 4 astenuti. Il disegno di legge era stato approvato alla Camera in prima lettura e lo scorso 25 giugno anche al Senato con delle modifiche: il governo Renzi aveva infatti posto una mozione di fiducia su un maxi-emendamento ed è per questo motivo che la legge è tornata alla Camera in seconda lettura.
Non sono mancati momenti di tensione nell’aula di Montecitorio in occasione delle dichiarazioni di voto finale. La Lega, in particolare, ha esposto in Aula cartelli che recavano la scritta ‘giù le mani dai bambini’ per protestare contro la norma sull’educazione di genere.
Dopo una serie di inviti al ritiro disattesi, il presidente di turno Roberto Giachetti ha deciso di sospendere per qualche minuto la seduta e ha anche espulso il capogruppo del Carroccio, Massimiliano Fedriga. Hanno affidato la loro contrarietà a dei cartelli, collocati sui propri banchi, anche i deputati di Sel che pero’ si sono ispirati alla Grecia sia nei colori, bianco e blu, che nello slogan: “Oxi alla buona scuola di Renzi”.
Il Movimento 5 stelle, invece, ha scelto di protestare attraverso una lettura corale degli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione, quelli relativi alla scuola e alla ricerca. A favore del provvedimento hanno votato le forze di maggioranza, ma 5 deputati del Pd si sono espressi in dissenso dal gruppo votando no. Si tratta di: Alfredo D’Attorre, Vincenzo Folino, Angelo Capodicasa, Giuseppe Zappulla e Carlo Galli. Altri 24 hanno invece deciso di non votare “per dare un segnale politico al governo”. Si è mostrata soddisfatta del via libera il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: rappresenta non un “atto conclusivo”, ha detto, ma “iniziale” di un “nuovo protagonismo”. Il prossimo anno scolastico partirà “con regolarita’ a settembre”, ha assicurato replicando alle critiche e alle previsioni negative dei sindacati.
Il testo dovrà essere firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sarà quindi convertito in legge
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