Il nostro viaggio inizia allo sbarco a Messina. Prima tappa è il CAPO FARO: sguardo d’insieme e poi lentamente, ma con giudizio, lungo la Statale 113 per ammirare il mare e i paesini di (ex) pescatori (il pesce è fresco, ma il prezzo lo stabilisce il volto del turista) lungo la costa. Superata Milazzo si scorgono, lambiti dal mare, altri villaggi pittoreschi e salubri e quindi si raggiunge comodamente OLIVERI. Bagno o pernottamento e quindi a TINDARI, cantata da Quasimodo e fondata dai greci (resti greco-romani e santuario).
Di carriera, subito dopo, per CAPO D’ORLANDO. Sosta lungo il litorale e visita (consigliata!) alla casa Lucio Piccolo, dove il Lampedusa scrisse il romanzo. Ancora in groppa e via per SANTO STEFANO DI CAMASTRA, dove è possibile acquistare ceramica (la Giara di Pirandello proveniva da qui!). CEFALƯ ci accoglierà la sera.
Controllare in ogni caso la guida per i monumenti normanni. Passeggiata notturna sul lungomare e per le viuzze del centro. Gustata la granita nei bar della Piazza, in marcia per BAGHERIA, fra le cui ville il sommo Goethe rimase incantato. Uno sguardo a Capo Zafferano e poi SOLUNTO ci accoglierà al vespero o al mattino presto per immergere la fantasia sul mare e i piedi sui resti della città romana, vasta e silente. Di corsa (si fa per dire) a PALERMO. Dopo avere consulto la guida (Quattro Canti, Martorana, Piazza Pretoria, Duomo, Palazzo dei Normanni e Cappella palatina, Cripta dei Cappuccini -non ha niente a che fare con G. Roth- e cassata con ricotta sul Corso Italia), salita sul Monte Pellegrino e poi discesa a Mondello, dove alla Barcaccia bisogna solo sedersi per vedersi arrivare i piatti a gusto e intenzione dei camerieri: prezzi modici, ma più modici sono a SFERRACAVALLO, che raggiungeremo dopo avere sorseggiato MONREALE, col Duomo e il chiostro e pure l’ottima ceramica. TERRASINI, SCOPELLO e S. VITO LO CAPO ci toglieranno il sudore tra le stupende acque e la natura protetta (Riserva dello Zingaro). A ERICE occorre salire lentamente e sostare un giorno o più per il clima montano e il cuscus, oltre che per i dolci e i tappeti, senza tralasciare di ammirare la città: un gioiello!
A Trapani è possibile traghettare per le EGADI, altrimenti saltare e via per SEGESTA, da dove si raggiungerà GIBELLINA per capire le sculture postmoderne e dare una occhiata fugace ma intensa al vecchio paese distrutto dal terremoto del 68. Buono il vino a SANTA NINFA e a MARSALA, dove è d’uopo fermarsi per la Nave punica e per il piccolo museo.
CAVE DI CUSA E SELINUNTE ci immergeranno nel Retablo di Consolo, mentre a SCIACCA ci riposeremo nei pressi delle Terme per acquistare ceramica, ottima per tradizione e gusto, come pure il pesce. Passaggio veloce, ma romantico a ERACLEA MINOA e poi ad AGRIGENTO, la Girgenti di Pirandello dove le sue ceneri riposano sotto il pino (da non perdere!). Da Agrigento a Gela è una passeggiata sul lungomare, ma attenzione alla strada e all’uscita per PALMA DI MONTECHIARO.
A GELA è interessante vedere i resti delle mura ciclopiche e il museo con la riscoperta triremi greca e poi tirare innanzi lungo la costa e mai la superstrada fino a PACHINO, fermandosi lungo tutti i paesini che si incontrano: tranquilli, sani e disponibili: MARINA DI RAGUSA, DONNALUCATA, SAMPERI, POZZALLO, PORTOPALO, PACHINO E MARZAMEMI. Visitare le Tonnare e gli angoli che si scopriranno man mano che si incontrano, senza fretta e con “judicio”. NOTO! Ah Noto! Ah il barocco e Montalbano che guarda sorridendo. Una nuotata, se il tempo lo permette, a Marina di Noto.
Prima di arrivare a Siracusa centellinare sempre la costa con una boccata di Natura a VENDICARI, sostando in fine a FONTANE BIANCHE. A SIRACUSA ci si può fermare nei pressi del Porto e comunque non addentrasi col mezzo a Ortigia che si visiterà a piedi, mano nella mano e guida fra gli occhi. Di rigore: il Museo Paolo Orsi, il teatro greco, le catacombe, il Castello dell’Eurialo (strada per Belvedere).
Salto fugace, ma con ottimo barocco, a PALAZZOLO ACREIDE per danzare nel lillipuziano teatro greco e fantasticare nella casa museo di Antonino Uccello (antropologo). Seguire a questo punto con perspicacia la segnaletica per Ferla che condurrà a PANTALICA (di rigore), sull’Anapo mansueto e i canneti. Scarpe robuste per addentrarsi nelle vasta, superba, magnifica necropoli.
Con un po’ di fortuna si troverà la Statale per CALTAGIRONE, dove, oltre alla famosa ceramica, si acquisterà artigianato locale (fischietti) e si visiterà l’intera cittadina, col centro storico, le chiese e la Scalinata (imperdibile), il Museo della ceramica. Segnaletica per PIAZZA ARMERINA, prima di raggiungere la quale sostare solo qualche secondo a San Cono, capitale della focodindicoltura. A Piazza passeggiata nel centro storico medievale, quindi discesa per la VILLA DEL CASALE. All’Armerina si può sostare tranquillamente come anche a Caltagirone: gente buona e generosa. Quindi fuga per AIDONE (il Museo) E MORGANTINA (visita di rigore), la Pompei di Sicilia. Con un po’ di fortuna si può trovare ricotta di pecora. A PERGUSA, dove Narciso guardò il suo guardare e dove Cerere perse Proserpina, si può comodamente sostare, se ancora si trova acqua nel suo una volta fantastico lago.
Il latifondo, il vecchio granaio di Roma, si dispiega a perdita d’occhio e subito dopo s’erge la montagna di ENNA, dove Spartaco cadde coi suoi plebei.
Dietrofront e in viaggio in autostrada per CATANIA, le cui notti mille pub nel centro storico allungano, insieme ai caffè concerto tra le sue Piazze barocche. Scalata sull’Etna e sosta al Rifugio Sapienza o a Piano Provenzana dove la Pineta di Linguaglossa (lingua-lingua) rinfrescherà corpo e spirito. Teleferica per il cratere o fuoristrada e poi eventuale escursione a RANDAZZO E BRONTE dove fioriscono i pistacchi (torrone e dolci) e il ficodindia. Ridiscendendo a Catania un bagno alla Plaja o alla Scogliera (tempo permettendo), nera come la lava che la compone, darà il senso del Mar Jonio. Dopo un bel piatto di pasta con la norma, di corsa per la RIVIERA DEI CICLOPI, con tutti gli ACI che si incontrano: TREZZA, CASTELLO, REALE.
Sarà bene alla Trezza rileggere Verga il cui spirito qui aleggia insieme con quello di Visconti. Ripresa la cartina giù per S. MARIA LA SCALA, STAZZO, POZZILLO e tutti gli altri paesini fino a TAORMINA, prendibile senza seguire l’autostrada. A NAXOS, prima colonia greca in Sicilia, si può posteggiare, mangiare la pizza sul camper e tentare una escursione a RECANATI per il bagno. Salire a Taormina è difficile, ma bisogna tentare a tutti i costi (informarsi!) e scoprirla con gli occhi del viaggiatore del fine secolo.
Al bar Mocambo, (rilevato da Sole e Gabbana) vestiti e specialità locali. Visitare il Parco comunale e soprattutto il Teatro greco col panorama mozzafiato, simile a quello di CASTELMOLA (vino alle mandorle). Se non si è trovato ancora un gelato del tutto soddisfacente, fare tappa a Letojanni ma anche Sant’Alessio e nutrirsi di gianduia e panna (sopra e sotto).
Un’occhiata sarebbe interessante farla nella vicina Forza D’Agrò e alla Chiesa di S. Pietro e Paolo, prima di inerpicarsi per Savoca, dove Corleone del Padrino incontrò Apollonia. MESSINA ormai chiama, ma non prendere in ogni caso l’autostrada. Centellinare, sorseggiandoli, i paesini costieri, cercando la fiumara d’arte. Nella città dello stretto solo una passeggiata veloce e poi sul traghetto.
L’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, che…
"Ottanta anni fa l'Italia tornava libera. Oggi celebriamo i valori di libertà e democrazia". A…
Ci si può soltanto rallegrare di notizie come questa, di iniziative perfettamente democratiche, volte a…
Si è riunito martedì 22 aprile, in modalità online, il gruppo di lavoro PSI scuola.Presenti…
A seguito di alcune segnalazioni in merito alla impossibilità per i docenti idi sostegno con…
Mi capita spesso di scoprire nella mia libreria libri, fascicoli o riviste di cui avevo…