Italia Nostra, Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, ha inviato una richiesta ai Ministri Lucia Azzolina (MIUR), Dario Franceschini (MiBACT) e Roberto Gualtieri (MEF) e alla VI Commissione Finanze del Senato e della Camera dei Deputati, relativamente ai viaggi di istruzione.
In particolare, è stata avanzata l’ipotesi per le gite scolastiche di ridurre l’IVA dal 22% (come prevista per tutti i beni di consumo) al 4%, così come è già per i libri di testo. “L’assimilazione del viaggio d’Istruzione a bene di consumo – scrive Italia Nostra – è una evidente “contraddizione in termini” che va superata. Infatti, i viaggi d’istruzione sono una componente fondamentale dell’azione didattico/educativa che la Scuola è tenuta a svolgere. Tale azione didattica contribuisce alla “conoscenza sul campo” del nostro straordinario Patrimonio culturale. Lo studente, educato fin dalla più giovane età alla conoscenza ed alla consapevolezza del valore del bene culturale, sarà un cittadino sensibile alla sua tutela ed alla fruizione sostenibile. E questo è l’aspetto che sta più a cuore all’Associazione”.
Il settore era già in crisi, il coronavirus rischia di infliggergli il colpo di grazia. “Occorre – propone l’Associazione – richiedere una norma che equipari fiscalmente il viaggio d’istruzione al libro di testo. Tale equiparazione comporterebbe “in automatico” l’applicazione dell’IVA al 4% sulla fatturazione dei viaggi (trasporto e ospitalità) che consentirebbe un risparmio secco del 18% sulla quota di partecipazione per le famiglie”. Tale risparmio consentirebbe alle famiglie più in difficoltà di di far partecipare i propri figli alle gite.
“Con le attuali prospettive di crisi del turismo internazionale, – conclude Italia Nostra – i viaggi d’istruzione, rimodulati per venire incontro all’emergenza sanitaria, potrebbero contribuire a sostenere il settore turistico”.
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