Nel corso del Convegno “Turismo responsabile e patrimonio culturale. Quali sfide per i viaggi di istruzione?”, organizzato dal Centro Studi Avanzati sul Turismo-CAST dell’Università di Bologna, è stato ricordato come l’inclusione sociale sia stata una delle finalità principali che hanno spinto il Touring, nel lontano 1913, a “inventare” nel nostro Paese i viaggi di istruzione, che chiaramente avevano anche l’obiettivo di integrare i programmi scolastici in aula e di far vivere esperienze di viaggio ai giovani.
Un timido segnale di ripresa dei viaggi di istruzione
Tuttavia, si legge sulla pagina del Touring, nonostante da qualche anno si è assistito a una dinamica negativa, si sta registrando un timido segnale di ripresa, per confermare la quale però occorre proporre alle scuole attività innovative e coinvolgenti, come il recupero di un vantaggio competitivo e una visibilità all’interno delle scuole, coinvolgendole in progetti più ampi (formazione in aula e corsi di aggiornamento per gli insegnanti) in modo che il viaggio di istruzione rappresenti non un’iniziativa isolata ma il completamento di un percorso più ampio.
Destinazioni coerenti con la didattica
La gita come approccio diretto al territorio, ai suoi luoghi e ai suoi abitanti è spesso un esercizio complesso per docenti e ragazzi, mentre per talune scuole è stato standardizzato il programma delle gite, identificando, per ogni singolo anno e per il livello di maturità dei ragazzi, le destinazioni più coerenti con la loro età e con i contenuti affrontati in classe che chiaramente privilegiano i luoghi della classicità greca e romana.
Per molti studenti invece la gita è ancora un momento importante, anche per consolidare i rapporti con i compagni di scuola ma soprattutto con i professori con i quali ci si può relazionare in modo diverso e più rilassato.
Visitare i luoghi dove si vede la pratica rispetto alle teorie
Resta il fatto che spesso le destinazioni di viaggio – si legge sempre sulla pagina del Touring – non sempre incontrano le preferenze degli studenti, soprattutto per quanto riguarda le modalità: poca esperienzialità e tante visite guidate tradizionali. Inoltre, soprattutto per quanto riguarda la formazione tecnica e scientifica, manca effettivamente la possibilità di visitare luoghi della scienza o laboratori dove vedere dal vivo ciò che si studia a scuola.