La protesta di alcuni genitori i cui figli frequentano l’Istituto Comprensivo “Matteo Nuti” di Fano, provincia di Pesaro-Urbino, è solo l’ultima in ordine di tempo. In altre scuole d’Italia i genitori si erano già mobilitati per protestare contro il caro-viaggi. Al liceo Giulio Cesare di Roma, ad esempio, l’anno scorso erano stati gli stessi alunni a scioperare per protestare contro i 700 euro richiesti per quattro notti a Madrid. Nel caso della Nuti – come riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino – oltre 1500 euro per una settimana a Londra.
Già l’anno scorso il TG2 aveva dedicato un servizio all’argomento: i viaggi all’estero, sottolineava il giornalista, sarebbero delle esperienze formative fondamentali se solo non avessero un costo eccessivo e non alla portata di tutti. Capitali europee come Vienna o Lisbona costano sui 700 euro per una settimana, mentre per Londra bisogna contarne almeno mille. Se si conta l’argent de poche che ogni genitori dà ai propri figli per sopperire alle piccole spese giornaliere (un gelato, una maglietta, un regalino per amici e parenti), ecco che il costo diventa proibitivo per moltissimi. Citando Skuola.net che ha condotto un sondaggio su 3500 studenti, il TG2 forniva il seguente dato: soltanto il 48% può permettersi un viaggio che prevede uno o più giorni fuori casa.
A questo proposito, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha previsto uno stanziamento di 50 milioni per le famiglie con un ISEE inferiore a 5000 euro. Come si può leggere sul sito del Ministero, “L’esperienza dei viaggi di istruzione e delle uscite didattiche rappresenta un momento importante nel percorso formativo di studentesse e studenti, un contributo per la loro crescita culturale, la socializzazione e l’arricchimento delle competenze. Questa iniziativa punta a far sì che i giovani in condizioni di svantaggio economico possano partecipare a queste esperienze fondamentali, uno strumento che promuove l’uguaglianza di accesso alle opportunità educative”. Queste le parole del Ministro Valditara, secondo il quale potranno usufruire del contributo (150 euro al massimo a famiglia) almeno 330 mila potenziali beneficiari.
Certo, l’alternativa al classico viaggio d’istruzione all’estero ci sarebbe, eccome! Basterebbe incentivare la buona pratica dei gemellaggi. I maggiori benefici sono evidenti: il viaggio, nel suo insieme, dura due settimane: una in cui si accoglie la scuola straniera, una in cui si restituisce la visita; si creano legami, a volte duraturi, tra i due “gemelli”; all’estero si vive per una settimana all’interno di una famiglia dove meglio che in albergo si può entrare in contatto con cultura locale, esperienza che contribuirebbe all’abbattimento di tanti stereotipi; i costi sono praticamente quelli del volo andata e ritorno, visto che per una settimana al vitto e all’alloggio penserà la famiglia ospitante. Insomma, per rafforzare la nostra identità europea (e per ridurre i costi…) consigliamo vivamente di optare per lo scambio culturale tra scuole.
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