Dalla fine dell’anno scolastico fino a settembre i compagni avrebbero bersagliato il ragazzo con battute e scherzi al limite della sopportazione: lo avrebbero chiuso nel bagno delle donne, messo riviste gay nello zaino e apposto il suo numero di cellulare alle fermate dei bus con messaggi su eventuali prestazioni omosessuali.
Immediata la condanna di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, secondo cui quanto accaduto al ragazzo di Vicenza “è l’ennesimo caso che dimostra come ci sia un’allerta omofobia che riguarda le scuole. Questo caso è emblematico di come possano esserci tra i giovani alcune forme di discriminazione verso quei compagni gay o ritenuti tali”. Per Marrazzo “è urgente e necessario che sulle scuole si faccia un lavoro di educazione alla diversità e all’affettività. I nostri sondaggi effettuati tra gli studenti – aggiunge – dicono che c’è una grande maggioranza di ragazzi e ragazze gay che sono state vittime di azioni omofobe a scuola”.
“Per questo – conclude Marrazzo – è importante non abbassare la guardia ed è opportuno che le istituzioni intervengano con campagne adeguate anche a sostegno dell’azione che svolgono le associazioni. La lotta e il contrasto all’omofobia può e deve partire anche dai banchi di scuola per favorire una convivenza civile tra i giovani nel rispetto delle diversità”.