Sulla possibilità di installare nelle scuole (e in particolare in quelle dell’infanzia) sistemi di controllo video è intervenuta poco fa la segretaria nazionale di Cisl Scuola Maddalena Gissi.
Se lo scopo è quello di prevenire episodi di violenza – sostiene Gissi – il rimedio è certamente peggiore del male.
“Chi si rende responsabile di comportamenti inaccettabili e incompatibili col profilo di educatore – chiarisce la segretaria nazionale – va perseguito e allontanato dalla scuola, ma non è giusto, né utile, nè accettabile mettere sotto sorveglianza un’intera categoria di persone che svolgono con coscienza e capacità, ogni giorno, il proprio lavoro.”
“Non ci possono essere giustificazioni e impunità quando si accertano fatti di questa natura – aggiunge Gissi – ma è proprio per tutelare la qualità e l’efficacia del rapporto educativo che ci si deve chiedere se sia giusto e opportuno applicare alle scuole sistemi da “grande fratello”. A noi pare proprio di no, si tratterebbe di un rimedio peggiore del male. Non è così che si difendono i diritti dell’infanzia, facendo dei bambini e dei loro insegnanti una comunità di sorvegliati speciali”.
Secondo la segretaria della Cisl Scuola c’è anche il dubbio che l’installazione di telecamere siffatte possa sconfinare in una violazione delle norme in materia di privacy.
Sugli episodi di violenza che periodicamente entrano a far parte della cronaca Maddalena Gissi osserva anche che “c’è una sproporzione insopportabile fra il clamore per circoscritti episodi, comunque esecrabili, e il silenzio sulle quotidiane fatiche di migliaia e migliaia di insegnanti”. “Anche il mondo dell’informazione – conclude Gissi – dovrebbe farsi, a questo proposito, qualche domanda, quando si innesca una vera e propria caccia alle streghe”.
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Al di là delle rimostranze di Cisl Scuola varrebbe la pena osservare che le sezioni di scuola dell’infanzia sono in tutta Italia poco meno di 50mila; se poi si considera che in genere in quasi tutte le scuole esistono altri spazi (refettorio, locale per il riposo, senza contare gli spazi esterni) le telecamere da installare sarebbero almeno 70-80mila.
E poi ci sarebbe un altro problema pratico: chi potrebbe mai avere il tempo di visionare le riprese? In una istituzione scolastica con 5 sezioni di scuola dell’infanzia sarebbe necessario visionare non meno di 200 ore settimanali di riprese. Nel concreto le riprese sarebbero pressoché inutilizzabli.
Non c’è però dubbio che l’installazione di sistemi di controllo video sarebbe accolta con interesse dai produttori di tali strumenti (produttori che – non dimentichiamolo – sono concentrati soprattutto in Paesi extra-europei, con tutte le conseguenze del caso).
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