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Videogiochi, con Pegi informazione più trasparente in sedici Paesi dell’Europa

Una volta tanto anche i produttori di giochi per computer  hanno pensato al bene dei loro potenziali destinatari. Così hanno deciso di aiutare gli acquirenti, riportando, sull’esterno delle confezioni dei videogiochi, una serie di simboli (sette riferiti ai contenuti e sette relative alle fasce di età dai tre ai 18 anni) per offrire un orientamento sul reale oggetto che andranno ad acquistare. Al nuovo sistema di valutazione hanno contribuito in modo sostanziale anche i rappresentanti delle associazioni dei consumatori, dei genitori e dei gruppi religiosi.
L’inedita classificazione in sigla si chiama Pegi” e sta per “Pan European Games Information” (si legge “Pan iuropian gheims informescion”), che in italiano significa “Informazione europea sui giochi”.
Le sette classificazioni “Pegi” vanno intese come raccomandazioni circostanziate dei produttori sull’idoneità del contenuto dei giochi per i minori (linguaggio scurrile, scene di discriminazione razziale, uso di droga, scene di violenza, di sesso, di gioco d’azzardo)
Il sistema “Pegi” utilizza altrettante sette categorie d’età, dai tre ai 18 anni.  
Le indicazioni sui contenuti e sulle fasce di età migliorano l’informazione sui videogiochi, che negli ultimi tempi si sono trasformati in modo abbastanza rapido da giochini innocui e divertenti a narrazioni di storie, talvolta, anche macabre e sconvolgenti per la psiche infantile.
Ad oggi il sistema “Pegi” viene applicato ai videogiochi distribuiti nei seguenti sedici Paesi: Austria, Repubblica Ceca, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Slovenia, Regno Unito, Belgio, Danimarca, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna, Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Paesi bassi, Romania, Svezia, Cipro, Finlandia, Islanda, Lituania, Norvegia, Slovacchia, Svizzera.
Per chi non si attiene alle regole “Pegi” sono previste sanzioni molto severe.

Per ulteriori informazioni consultare www.pegi.info
Luigi Mariano Guzzo

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