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Videogiochi strumenti terapeutici per trattare ansia e depressione nei ragazzi. Il progetto della ASL1 di Imperia

Demonizzati quanto basta e anche oltre, esecrati e additati come causa di tutti i mali degli adolescenti  della Generazione Z – ma anche dei Millennials – i videogame si prendono adesso la loro bella rivincita. Come riportato, infatti, dal quotidiano La Repubblica, i video giochi si trasformano in un importante strumento di terapia psicologica per i ragazzi.

Grazie ad Alcotra, uno dei programmi di cooperazione transfrontaliera europea che copre il territorio alpino tra la Francia e l’Italia, la Asl 1 di Imperia è la prima struttura in Liguria a utilizzare la videogame therapy, branca innovativa della psicologia digitale che si rivolge a giovani e adolescenti. Il progetto è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e vede anche la partecipazione dell’Università di Genova per l’Italia, dell’ospedale di Nizza e della sua università per la Francia.

Questa terapia – scrive la redazione genovese del quotidiano romano – sta dando ottimi risultati ed è rivolta in particolare a ragazzi e ragazze che presentano esordi di psicopatologie come ansia, depressione e disturbi della personalità.

In realtà la Video Game Therapy non è esattamente una novità, tutt’altro. È anzi un marchio registrato, ideato dal dottore Francesco Bocci, psicologo e psicoterapeuta presso l’Istituto Adler di Milano, specializzato in psicoterapia dinamica. Lo specialista porta avanti da anni, assieme a un gruppo di professionisti, l’approccio della Video Game Therapy®, basato sull’utilizzo clinico, terapeutico e riabilitativo dei videogiochi commerciali.

Recentemente, un gruppo di ricercatori di Milano-Bicocca ha condotto uno studio sull’uso dei videogiochi come strumento creativo in un percorso terapeutico. Questi ambienti di gioco, in cui l’interazione avviene in uno scenario immaginario, possono essere dei facilitatori di cura per traumi, in quanto in essi ci sentiamo più liberi e tendiamo ad abbassare le difese. Possono essere utili, ad esempio, per trattare casi di dipendenze, per la prevenzione, per il supporto ai Neet  – giovani che non lavorano né studiano – e agli hikikomori, ma anche in ambito di ADHD (disturbo da deficit di attenzione), DSA (disturbi dell’apprendimento) ed autismo per favorire l’autoregolazione cognitiva.

Intervistata da Repubblica, la responsabile dell’Unità di psicologia digitale della Asl 1 Liguria ha dichiarato che i loro pazienti di riferimento sono i giovani, ma anche i giovanissimi, dai 13 ai 25 anni che vivono una situazione di crisi evolutiva o che stanno affrontando delle sofferenze a causa dell’esordio di una psicopatologia di tipo ansioso o depressivo o dell’emergere di un disturbo della personalità.

I videogiochi utilizzati in terapia – continua un altro psicologo dell’Unità – sono quelli commerciali che si trovano normalmente in tutti i negozi, ma vengono scelti in base alle decisioni dell’equipe della video game therapy. Perché per ogni personalità e per ogni problematica psicologica c’è un video gioco adeguato. Nella fase centrale della seduta il terapeuta interviene direttamente sulle azioni e i commenti fatti dal ragazzo o dalla ragazza che sta utilizzando il video gioco, in quanto questo aiuta a comprendere i temi emotivi emersi, in relazione anche al percorso terapeutico.

Gabriele Ferrante

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