“Venerdì prossimo verrà istituito un gruppo di lavoro ministeriale apposito che studierà l’attuale uso degli smartphone durante le lezioni, per renderlo funzionale alla didattica”: lo scrive Il Messaggero, puntualizzando sul loro utilizzo anche da parte dei docenti.
Il motivo di questa svolta sta, secondo il giornale, nel fatto che in realtà tutti gli strumenti tecnologici hanno piena accessibilità nelle scuole per cui è meglio affrontare il problema da un puta di vista didattico piuttosto che ignoralo.
Il Miur infatti vuole “intervenire, partendo dalla riforma della Buona Scuola e dall’applicazione del Piano della scuola digitale, per puntare sulla didattica innovativa e consentire ai ragazzi di utilizzare lo smartphone con tutte le sue potenzialità.
Gli esperti avranno 45 giorni di tempo per studiare le buone pratiche messe a punto fino ad ora, in tante scuole italiane, e farle diventare esempi per tutti. Mettendo nero su bianco regole e indicazioni utili”.
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Critiche però sono partite dalla parlamentare Elena Centemero, responsabile scuola di Forza Italia: «Non credo sia giusto far entrare lo smartphone in classe per non creare differenze tra i ragazzi tra chi può permettersi l’ultimo modello e chi invece non può acquistarne neanche uno. Sarebbe opportuno invece dotare le scuole innanzitutto della linea internet, non tutte ne sono provviste, e poi di tablet in comodato d’uso. Uguali per tutti».
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