L’81% degli adolescenti è su Instagram, l’iscrizione comincia dagli 11 anni e oltre la metà dei giovani usa lo smartphone per più di 3 ore al giorno. Gli effetti sono purtroppo negativi: dipendenza, depressione, disturbi dell’alimentazione e del sonno e cyberbullismo. Per questo Azione-Italia Viva ha presentato una proposta di legge a Montecitorio che vuole vietare l’uso dei social sotto i 13 anni e consentirne l’utilizzo fino ai 15 anni, solo con il consenso dei genitori.
In conferenza stampa il capogruppo Matteo Richetti (insieme a Calenda, Carfagna, Bonetti e Pastorella) ha parlato situazione molto allarmante e famiglie lasciate sole in un contesto da far west. Lo riporta l’Adnkronos.
La normativa ci sarebbe già e prevede l’uso dei social solo dai 14 anni in su, ma senza alcun tipo di controllo, il divieto è facilmente aggirabile.
La difficoltà, infatti, starebbe proprio nella verifica dell’età degli iscritti. Serve dunque un meccanismo che attesti l’età dell’adolescente e che inasprisca le sanzioni in caso di violazione (fino al 4% del fatturato globale) sulla base di ciò che accade in Francia.
Controllo sugli utenti sì, ma senza incrementare la disponibilità di dati personali delle piattaforme. È questo infatti il rischio che si viene a creare, ma su questo Calenda apre alla discussione su possibili soluzioni tecniche.
L’obiettivo principale è però quello di arrestare tutti quei disturbi che stanno colpendo gli adolescenti. Un uso totale e senza regole dei social network, si è dimostrato altamente dannoso per i più giovani.
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