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Vietato uscire dall’aula a ricreazione, proteste contro la decisione della scuola: alunni si rifiutano di fare lezione

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Alcuni studenti di un liceo di Palermo oggi hanno protestato contro la loro scuola, bloccando il regolare svolgimento dell’attività didattica. Il motivo? Quanto contenuto in una circolare del dirigente scolastico, che vieta agli studenti di svolgere la ricreazione fuori dalle aule. Lo riporta Il Giornale Di Sicilia.

La motivazione della scuola

La scelta del dirigente sarebbe giustificata dalla mancanza di spazi adatti a ospitare gli studenti nei momenti di pausa all’interno dell’istituto. “Durante la ricreazione – si legge nel documento – è possibile allontanarsi dalla classe solo ed esclusivamente per usufruire dei servizi e delle macchinette o della fontana del pianterreno per un tempo ragionevolmente limitato per consentire una turnazione degli allievi. I docenti dovranno effettuare la sorveglianza della classe in aula e consentiranno l’uscita a turno di pochi allievi, mentre i collaboratori scolastici effettueranno la vigilanza negli spazi comuni”.

“La scuola non è uno spazio dove stare sei ore seduti”

Gli studenti non ci stanno: “Non siamo disposti a stare per sei ore, ogni giorno, rinchiusi tra le mura delle nostre classi, senza la possibilità di uscire, socializzare e incontrarci – dice un’alunna -. Crediamo che la scuola non debba essere semplicemente uno spazio dove stare tutto il giorno seduti, ascoltando passivamente le lezioni, ma crediamo che debba essere, tra le altre cose, uno spazio di socialità, che ci permetta di confrontarci e stare insieme”.

Sembra quasi di udire alcune delle motivazioni che hanno spinto, all’inizio di quest’anno, la pittrice finlandese Mattson a scappare dalla Sicilia dopo una cattiva, a suo dire, esperienza con una scuola di Siracusa.

Da qui una scia di proteste scoppiate anche in altre scuole superiori di Palermo per motivi simili. “Non ci fermeremo fino a quando non avremo ottenuto una risposta e una soluzione da parte del preside – afferma un’altra studentessa -. crediamo che questa decisione, che lui ha preso senza consultare nessuno di noi studenti, sia assolutamente ingiusta, ed evidenzi quanto poco noi studenti veniamo presi in considerazione da parte dell’istituzione scolastica. Vogliamo essere protagonisti delle scelte che riguardano la scuola in cui studiamo e che viviamo ogni giorno, e vogliamo che queste scelte prendano in considerazione le necessità di noi studenti”.