Si parla ancora della decisione di un liceo di Palermo di vietare ai ragazzi di uscire dall’aula nel corso della ricreazione se non per andare in bagno o comprare dell’acqua. Gli studenti, negli scorsi giorni, hanno protestato, bloccando il regolare svolgimento delle lezioni.
La scrittrice e docente Stefania Auci ha detto la sua a La Repubblica: “C’è una iper responsabilizzazione della scuola, che per avere le spalle coperte, preferisce limitare a cascata la libertà ai ragazzi. La ricreazione non serve solo ai ragazzi, serve anche ai docenti. Ma è il sistema che non va: il sistema di controllo costante crea circoli viziosi e c’è un vuoto a livello normativo. La ricreazione è sospensione della responsabilità dell’insegnante o no? La confusione poi genera comportamenti più o meno restrittivi da parte delle dirigenze”.
A commentare anche l’attrice Mariagrazia Cucinotta: “Siamo più social, ma meno sociali – dice – e credo che qualsiasi incontro fisico sia fondamentale. Però bisogna insegnare alle nuove generazioni la responsabilità dei propri comportamenti: chi non rispetta orari e regole civili deve risponderne”.
La motivazione della scuola
La scelta del dirigente sarebbe giustificata dalla mancanza di spazi adatti a ospitare gli studenti nei momenti di pausa all’interno dell’istituto. “Durante la ricreazione – si legge nel documento – è possibile allontanarsi dalla classe solo ed esclusivamente per usufruire dei servizi e delle macchinette o della fontana del pianterreno per un tempo ragionevolmente limitato per consentire una turnazione degli allievi. I docenti dovranno effettuare la sorveglianza della classe in aula e consentiranno l’uscita a turno di pochi allievi, mentre i collaboratori scolastici effettueranno la vigilanza negli spazi comuni”.
“La scuola non è uno spazio dove stare sei ore seduti”
Gli studenti non ci stanno: “Non siamo disposti a stare per sei ore, ogni giorno, rinchiusi tra le mura delle nostre classi, senza la possibilità di uscire, socializzare e incontrarci – dice un’alunna -. Crediamo che la scuola non debba essere semplicemente uno spazio dove stare tutto il giorno seduti, ascoltando passivamente le lezioni, ma crediamo che debba essere, tra le altre cose, uno spazio di socialità, che ci permetta di confrontarci e stare insieme”.