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Schettini: “Nativi digitali? Bluff. Dal 2007 a oggi ho visto il quoziente intellettivo dei ragazzi crollare, il cellulare ci distrae”

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Il docente di fisica più famoso d’Italia, Vincenzo Schettini, volto del progetto editoriale “La Fisica Che Ci Piace“, è stato ospite del podcast Muschio Selvaggio, condotto da Luis Sal. Il professore pugliese si è lanciato in una lunga e appassionante lezione di fisica con i suoi interlocutori, che sembra essere stata molto gradita dal pubblico.

“Ci si alza sempre quando arriva il professore”

Innanzittutto Schettini ha esordito così: “Ci si alza sempre quando arriva il professore, abitudine buonissima”. Poi, ecco alcune parole sulla disciplina che insegna: “La fisica è una materia che, se tutti quelli che l’hanno trattata, gli scienziati, non avessero avuto un minimo di estro, di creatività, non avrebbero fatto l’upgrade alla scienza. Prendiamo l’immagina della mela usata da Newton”.

Il docente ha poi parlato di tecnologie: “Il cellulare oggi ci distrae, ci impedisce di pensare. Siamo figli della rete, io per primo, e dobbiamo dire grazie. Però mi rendo conto che utilizziamo molto meno la parte creativa. Gli antichi Greci immaginavano, costruivano. Io sono stato fortunato, ho studiato in un periodo in cui non c’era il cellulare”.

“Non cadete nel tranello di diventare pigri”

“Dico ai ragazzi, non cadete nel tranello di diventare pigri. Certo che è facile far fare i compiti all’IA. Una mamma mi ha detto che suo figlio ha chiesto a ChatGpt di fargli i compiti facendo gli errori che farebbe un 14enne. Almeno i bigliettini che si usavano una volta te li scrivevi. Io ho una paura pazzesca per i ragazzi: dal 2007 al 2024, in questi anni di insegnamento, ho visto il quoziente intellettivo dei ragazzi crollare”, questo l’appello ai ragazzi.

“Soglia dell’attenzione? Bassissima. Mi dispiace, si delega alla macchina. Mi dispiace non per la scuola ma per il futuro. Se l’obiettivo sono i soldi, non è qualcosa di cui vergognarsi. Ma bisogna essere smart. A me preoccupa essere un 12enne in questo mondo. Sono fortunato ad averne 47”, ha aggiunto.

“Nativi digitali? Dire questa cosa è un bluff. Usarli per migliorarsi? Fantastico. Ma chi lo fa? Uno su cento, a quell’età. Io mi preoccupo per gli altri 99. Telefoni negli armadietti? Si portano l’altro telefono. Oggi abbiamo sempre meno ragazzi impegnati nell’artigianato. Non c’è più la voglia di sporcarsi le mani”, questo il suo pensiero in merito, anche, alle iniziative di alcune scuole che vietano i cellulari.

“Io spiego appassionatamente le cose ma c’è gente molto più preparata di me. La passione che mi lega a quello che so mi porta a capire che bisogna capire le cose in profondità. Ragazzi, siate newtoniani nella vita e quantistici nella fantasia”, ha concluso.