Il celebre docente Vincenzo Schettini, prof conosciuto come volto de “La Fisica Che Ci Piace“, content creator e youtuber, sta per sbarcare in televisione dopo essere partito con un tour teatrale. Il suo programma “La fisica dell’amore” andrà in onda su Rai2, con sei puntate, dal 16 aprile, il martedì e il mercoledì in seconda serata.
Schettini è stato intervistato ai microfoni de La Repubblica. “Ho capito che il mio ambiente naturale è la comunicazione, che sia in tv, in radio – chissà, un giorno mi piacerebbe condurre un programma anche lì – e a teatro dove sto avendo dei feedback molto positivi. Comunicare è di per sé un mestiere e quando un insegnante lo fa bene affascina gli studenti che vengono attratti dal suo carisma nello spiegare gli argomenti e la vita”.
“La tv, senza nulla togliere a chi ci ha lavorato e ci lavora, ha bisogno di programmi e volti nuovi. Io sto portando l’edutainment, cioè una combinazione di educazione e intrattenimento. La fisica si alterna al cantante che si esibisce, per dirne una. E questo non si è mai visto. Il meraviglioso Piero Angela ha fatto un’operazione incredibile, portando l’educational in tv. Questo è diverso: volevo dare un taglio pop e fresco al programma, mettendoci dentro la fisica. E i giovani potranno seguirmi anche su RaiPlay, vedi quello che è accaduto con Mare Fuori. La tv si è evoluta, è anche nelle piattaforme”, ha aggiunto il docente, che lavora in una scuola pugliese part-time.
Ecco come sarà strutturato il programma: “Gli ospiti racconteranno il loro passato a scuola: è importante far notare come tutti siamo stati studenti. Sono seguito da vip che mi scrivono in privato sui social e mi dicono ‘Che bello, mi hai sbloccato un ricordo di quando ero a scuola’. Loro sono stati ragazzi e hanno vissuto gli stessi disagi, se non peggio. E quindi voglio che li raccontino, assieme a quello che li ha illuminati. E i giovani vanno coinvolti nel dialogo”.
E, infine, una battuta sui genitori: “Comprendo quanto sia difficile essere padre o madre, in un periodo così complicato, e questo programma può essere anche un fiato gentile nei loro confronti, per comprendere meglio questi figli. La parola ‘gioventù bruciata’ non mi è mai piaciuta. Si è detto di tutte le generazioni. Invece ‘La fisica dell’amore‘ vuole incoraggiarli, spingerli a fare, invece di giudicarli”.
Il mestiere del docente è una vocazione o no? Chi non lo pensa sbaglia: queste le parole di Vincenzo Schettini, ormai celebre docente di fisica pugliese, conosciuto dal grande pubblico con il nome del suo progetto, “La Fisica Che Ci Piace“, pronunciate ai microfoni della Tecnica della Scuola, presente alla tappa catanese del suo primo spettacolo teatrale, “La Fisica Che Ci Piace – La Lezione Show“, scritto insieme a Paolo Ruffini, in tour fino a luglio in giro per l’Italia.
“Si tratta di una vocazione, altrimenti assomiglierebbe ad altri mestieri in cui non c’è quella responsabilità nei confronti delle giovani generazioni. Il mestiere del docente è diverso, come quello del medico che deve essere una vocazione perché si ha una responsabilità nei confronti della vita. Il docente dà spazio a quella parte di noi che ancora si deve sviluppare e ci fa credere, ci fa sognare, ci forma, ci redarguisce. Il buon docente non è soltanto buono, è anche severo. Poi ci si può anche avvicinare a questo mestiere con curiosità e trovarlo piacevole e quindi si può insegnare senza nascere con questa vocazione. Ma se quel tipo di vocazione non la si ha è meglio abbandonare la scuola”, ha aggiunto.
Schettini ha parlato dei suoi inizi in cattedra, spiegando di aver tratto ispirazione da due docenti con due stili diversissimi: “Al liceo ho studiato matematica con una professoressa severa e mi sono trovato bene. Il messaggio del rigore nella matematica non è stato per me negativo. Era molto chiara nonostante il rigore. Il professore di fisica era invece molto simile a me. C’è stato un po’ questo connubio: quando ho iniziato a insegnare ero come un ‘misto’ e poi ho trovato un mio stile. Ho vissuto la scienza con questa doppia faccia della medaglia, tra rigore e spettacolo”.
Schettini ha risposto alle parole del filosofo Galimberti, che qualche giorno fa ha proposto test di empatia per i docenti: “Vorrei capire come realizzarla, occorre scendere al pratico. Chi dovrebbe fare quei test? Io mi chiedo: ma cosa si dà al docente per farlo diventare tale? Più che corsi e ‘chiacchiere’ facciamo fare qualcosa che sia più pratico. Facciamo vivere al docente l’esperienza pratica di stare in classe. I docenti che insegnano a scuola sanno quanto sia difficile essere insegnante. Più che test farei fare un periodo di apprendimento lungo dentro la scuola, con affiancamento, con stress, per capire se veramente è il proprio ambiente o no”.
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