Monta il malcontento dei docenti vincitori del concorso indetto con DDG 106 e 107 del 23/2/2016 a causa delle pochissime assunzioni (per talune discipline addirittura nessuna) effettuate dal MIUR dalle relative graduatorie di merito; ciò a fronte dei numerosi posti che, invece, erano stati messi a concorso.
Un centinaio di questi docenti, con il patrocinio dell’Avv. Fabio Rossi (in foto), si sono, quindi, rivolti al TAR Lazio per vedere riconosciuto il proprio diritto all’immissione in ruolo e, nell’ambito del relativo giudizio, hanno preliminarmente richiesto che il MIUR divulgasse tutti i dati sulla base dei quali erano stati quantificati i posti da mettere a concorso.
Adesso, con l’ordinanza n.8738 del 19/7/2017, il TAR ha accolto tale domanda e, per l’effetto, il MIUR dovrà consegnare ai ricorrenti i seguenti documenti:
- “tabulato utilizzato dal MIUR ai fini della determinazione dei posti d’insegnamento messi a concorso nella Regione Sicilia mediante il bando del 23/6/2016, comprensivo dei posti vacanti e dei pensionamenti stimati in Sicilia al termine dell’a.s. 2015/16”;
- “tabulato utilizzato dal MIUR ai fini della quantificazione delle immissioni in ruolo disposte in Sicilia nell’a.s. 2016/17”;
- “tabulato MIUR relativo al numero dei pensionamenti effettivamente disposti in Sicilia al termine dell’a.s. 2015/16”;
- “tabulato MIUR dei posti dati in mobilità in Sicilia nell’a.s. 2016/17, con distinzione tra sedi attribuite ai docenti immessi in ruolo entro l’a.s. 2014/15 (c.d. “mobilità straordinaria”) e sedi assegnate ai docenti immessi in ruolo successivamente (c.d. “mobilità ordinaria”.
Si tratta, evidentemente, di un adempimento oneroso per il MIUR ma che dovrebbe, finalmente, fare chiarezza riguardo alla sorte dei posti che erano stati individuati per le assunzioni (rimaste, poi, per lo più senza seguito).
Abbiamo raggiunto l’Avv. Rossi che, al riguardo, ha così commentato: “E’ un’inciviltà assoluta che docenti che hanno superato il concorso più selettivo di sempre, grazie alle proprie capacità e alla particolare applicazione nello studio delle discipline in programma, debbano quasi elemosinare dal MIUR un posto di ruolo che, invece, spetta loro di diritto. Tanto più che quella della ‘sparizione’ dei posti messi a concorso sta diventando ormai una vera e propria prassi da parte dell’amministrazione scolastica, considerato che anche dopo la procedura di reclutamento del 2012 (seppur in modo meno eclatante) si erano verificate da parte dell’amministrazione scolastica simili condotte inadempienti. Grazie alla recente ordinanza del TAR Lazio si potrà verificare che fine hanno fatto i posti per i quali i candidati hanno affrontato il severo iter concorsuale e, se emergeranno (come ho motivo di ritenere che emergeranno) abusi al riguardo, non si mancherà di segnalarli agli organi competenti” .