La questione dei vincoli alla mobilità diventa un caso europeo e rischia di creare anche qualche problema politico per la maggioranza.
Questi i fatti.
Il mese scorso, un gruppo di docenti del Comitato dei vincolati scrive alla Commissione Cultura del Parlamento europeo per segnalare la situazione in cui si trovano alcune decine di migliaia di insegnanti di tutta Italia che, a causa delle norme previste in materia, non riescono ad ottenere il trasferimento nella propria provincia.
“La deroga ai vincoli – scrivono i docenti – è stata all’ultimo momento espunta dal Milleproroghe, ufficialmente per incompatibilità con il PNRR, nel quale si invoca il principio di continuità didattica. Diversi esponenti politici attribuiscono questa inversione di rotta all’intervento della Commissione Europea, che proprio sulla base di quanto indicato nella progettualità del PNRR riterrebbe la continuità didattica fondamentale.”
I firmatari della lettera chiedono infine alla UE di intervenire per sanare la situazione.
E da Bruxelles rispondono (per la verità la nota dell’UE è datata 24 febbraio) ma non proprio nella direzione in cui i vincolati avrebbero voluto.
La Commissione, in sintesi, fa osservare che gli unici organismi titolati a dirimere la questione sono quelli nazionali.
Insomma: l’Unione europea sembra tirarsi fuori dalla polemica e rimanda tutto al Governo italiano.
Governo che – a sua volta – ha sempre sostenuto che i vincoli alla mobilità sono stati concordati con l’Europa per rendere più facilmente raggiungibili alcuni importanti obiettivi previsti dal PNRR (continuità didattica in primo luogo).
Ma allora da che parte sta la verità?
E’ vero che per eliminare i vincoli ci vuole il via libera dell’Europa (come sostiene il Governo italiano) oppure è vero che il problema va risolto dal Governo stesso (come sostiene la Commissione Cultura del Parlamento europeo)?
Forse la questione è ancora più complessa, come sostiene Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega: “Magari fosse rimasta una questione interna. Invece il Ministero attende proprio le risposte dell’Europa. Chi a suo tempo ha trattato per l’Italia ha infatti legato la continuità didattica (che pure il vincolo di fatto non garantisce) agli obiettivi del PNRR, costringendoci a cercare un canale di dialogo con Bruxelles per chiarire una serie di punti. Non c’è solo il problema del vincolo”.
Ma Pittoni lascia anche intendere che forse i vincolati si sono rivolti ad un organo improprio: probabilmente bisogna coinvolgere non tanto il Parlamento europeo, ma più direttamente gli uffici che si stanno occupando della erogazione dei fondi del PNRR.
Sta di fatto che la diffusione della notizia nei social sta scatenando molte polemiche e molti insegnanti dicono di essere indignati per la scarsa trasparenza con cui è stata affrontata la vicenda.