Sono ore decisive per la legge di bilancio e in particolare per le eventuali modifiche alle disposizioni che riguardano la scuola.
Di alcuni emendamenti abbiamo già scritto e sembra che ormai siano cosa fatta (aumento, peraltro modesto, del fondo per la valorizzazione della professionalità docente e proroga dei contratti covid anche per gli Ata).
Ma su altre questioni c’è ancora molta incertezza.
Da alcune ore sta circolando in rete la notizia di un emendamento per intervenire sui vincoli alla mobilità.
Si parla persino di una modifica inserita dal Governo nel maxi-emendamento da portare in aula e se ne riporta il testo:
All’articolo 399, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 3 è sostituito dal seguente:
”3. A decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2022/2023, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, il passaggio di cattedra o di ruolo, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione in altra istituzione scolastica a partire dall’anno successivo a quello di immissione in ruolo. Gli stessi docenti possono ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso a partire dall’anno stesso di immissione in ruolo.”
b) il comma 3-bis è abrogato.»
In realtà, se si va a controllare negli atti ufficiale del Senato, si scopre che questo, per ora, è un emendamento proposto non dal Governo ma da 4 senatori del PD (Verducci, Marcucci, Rampi e Marilotti).
Quindi per ora non c’è nulla di sicuro.
Anzi, per la verità, c’è persino qualcuno – all’interno della stessa maggioranza di Governo – che sostiene che tutto questo pressing per ottenere questa modifica è piuttosto incomprensibile in quanto la mobilità è materia di contrattazione.
Che è come dire: se la vedano Ministro e sindacati al tavolo delle trattative.
Peccato però che il vincolo triennale sia espressamente previsto da una legge del dicembre 2019, controfirmata anche dall’allora ministro Lorenzo Fioramonti.
Ad ogni modo l’incertezza dovrebbe durare solo poche ore perché tra il pomeriggio di domenica e la giornata di lunedì la Commissione Bilancio dovrà chiudere il proprio lavoro e passare la parola all’aula.