La questione dei vincoli della mobilità sta ormai diventando una telenovela senza fine.
A dicembre, quando si stava chiudendo la legge di bilancio, era dato per certo un comma che avrebbe cancellato o almeno sospeso per un anno i vincoli previsti dalle norme in vigore.
Poi si disse che non era possibile inserire una disposizione del genere nella legge finanziaria e che sarebbe stato meglio metterla nel decreto milleproroghe.
Quando venne approvato quest’ultimo provvedimento diventarono sempre più insistenti le voci secondo cui l’UE era contraria e per questo motivo nel testo originario del milleproroghe non venne messa nessuna norma in tal senso.
Ma la politica si affretto subito a garantire che in fase di conversione in legge sarebbe stato presentato un emendamento per consentire finalmente a tutti di chiedere il trasferimento senza nessuna restrizione.
Di emendamenti ne furono presentati due, uno dalla Lega e uno da Fratelli d’Italia, ma nessuno dei due è stato approvato.
A quel punto, però, incominciò ad essere accreditata una nuova versione: in attesa di avere il via libera da Bruxelles il Governo potrebbe risolvere brillantemente la questione inserendo una norma ad hoc in un nuovo decreto legge in modo da avere una disposizione efficace fin da subito senza dover aspettare né il beneplacito dell’UE né la conferma del Parlamento.
Nelle ultime ore, nei social (ma anche negli ambienti sindacali) è cresciuta l’attesa per questo nuovo provvedimento, già denominato “decreto PNRR” perché prevede una serie di modifiche al Piano generale già approvato a suo tempo.
Abbiamo avuto modo di prendere visione della bozza del decreto legge in questione che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri nel corso della prossima seduta.
E, a questo punto, siamo in grado di dire che nel decreto non c’è assolutamente nulla sull’argomento.
Gli articoli che riguardano la scuola sono 3 in tutto e riguardano le équipe formative territoriali, l’edilizia scolastica e la scuola di alta formazione. Sui vincoli della mobilità non c’è assolutamente nulla.
L’ultima residua possibilità è legata all’incontro del tavolo contrattuale in programma per venerdì 17, ma francamente non si capisce come potrebbe l’Amministrazione cambiare posizione in mancanza di qualsiasi novità sul piano normativo.
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