“Contro l’imposizione ai docenti del vincolo di permanenza (che a mio avviso per essere efficace dovrebbe invece basarsi su incentivi) ci battiamo da prima che fosse approvato dal centrosinistra per volontà dell’allora sottosegretario Lucia Azzolina”: lo scrive sulla sua pagina Facebook il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato.
[Per inciso è bene ricordare che la norma in questione venne inserita negli emendamenti alla legge di conversione del decreto legge 126/2019, quando il ministro dell’Istruzione era Lorenzo Fioramonti e Lucia Azzolina sottosegretaria]
Pittoni aggiunge che il vincolo “incide negativamente sull’equilibrio familiare ed economico di migliaia di insegnanti (che arrivano anche a rinunciare al ruolo), senza garantire agli studenti il suo obiettivo: la continuità didattica”.
E ricorda: “Ho convinto io il ministro Patrizio Bianchi almeno a ridurlo da cinque a tre anni, riottenendo pure l’assegnazione provvisoria, purtroppo non interprovinciale per l’impuntamento del solito centrosinistra”.
“Di conseguenza – conclude Pittoni – non è alla mia pagina che vanno indirizzati gli appelli degli interessati al superamento del vincolo (spesso a commento di post che non c’entrano nulla)”.
“In tempi di Pnrr – spiega infine – serve il via libera europeo e, come ho più volte ricordato, è a questo che si lavora in primo luogo”.
Nei prossimi giorni sindacati e Ministero dell’Istruzione dovrebbero firmare il nuovo contratto sulla mobilità e così sapremo se, rispetto all’anno scorso cambierà qualcosa, anche se è ormai scontato che i vincoli previsti dalla legge non potranno essere superati.
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