Per il sen. Mario Pittoni della Lega è un interesse pubblico rimodulare urgentemente il vincolo di permanenza quinquennale dei docenti introdotto dalla legge n. 159/2019.
Questo limite alla mobilità, si ricorda, è stato introdotto con la legge 159/2019 ed è stato fortemente voluto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in pratica tutti i docenti che sono immessi in ruolo a partire dall’a.s. 2019/20, a prescindere dalla procedura concorsuale per la quale viene disposta l’immissione in ruolo, saranno costretti a permanere nella scuola di titolarità per almeno 5 anni prima di poter fare domanda di trasferimento provinciale e/o interprovinciale nonché domanda di utilizzazione, assegnazione provvisoria ed è a loro altresì impedito di trasformare il loro contratto da tempo indeterminato a tempo determinato per altra classe di concorso o tipologia di posto per la durata di un anno scolastico.
Tutti i tentativi fatti nel dicembre scorso di abolire o almeno modificare questa norma sul blocco di 5 anni della mobilità dei neo immessi in ruolo, sottratta alla contrattazione integrativa (il blocco è stato criticato anche dalle OO.SS., si cita il recente intervento della Segretaria Generale dello Snals Confsal Elvira Serafini) con emendamenti alla Legge di bilancio 2021, si cita tra gli altri quello dell’on. Lorenzo Fioramonti, sono stati tutti respinti con il parere negativo del Governo proprio per l’opposizione della Ministra Azzolina.
Il blocco quinquennale, scrive in un recente comunicato Mario Pittoni, vice presidente della Commissione Cultura di Palazzo Madama, viene applicato retroattivamente anche ai docenti immessi in ruolo con procedure concorsuali indette prima dell’entrata in vigore della legge n. 159/2019, procedure nei cui bandi non era previsto alcun blocco della mobilità all’atto della stipula del contratto a tempo indeterminato.
«Un nostro emendamento al decreto Milleproroghe – afferma il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega – chiede la rimodulazione del vincolo di permanenza dei docenti assunti a tempo indeterminato. La norma attuale, infatti, non solo colpisce l’interesse individuale di chi aspira a ricongiungersi al proprio nucleo familiare, ma mette a rischio pure l’interesse pubblico di assicurare la massima copertura delle cattedre vacanti con personale di ruolo».
«Vi sono aree del Paese – spiega Pittoni – dove lo stipendio non riesce più a coprire i costi della mobilità e decine di migliaia di cattedre finiscono affidate a personale supplente. Lo conferma il clamoroso flop della “call veloce”».
«Da qui la nostra proposta emendativa, finora sempre respinta da Azzolina, la quale prevede che per tutelare i soggetti previsti dalla legge 104 e da altre disposizioni legislative, il vincolo di permanenza non si applichi alle suddette categorie e si consenta al personale docente di usufruire della possibilità di ricongiungersi al proprio nucleo familiare con le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Allo scadere del vincolo triennale – conclude Pittoni – la norma affiderà alla contrattazione collettiva le modalità di permanenza nella sede ottenuta per trasferimento».
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