Come garantire la continuità didattica impedendo ai docenti di cambiare scuola continuamente e quindi attutendo gli effetti della mobilità? Di certo “non puntando una pistola alla tempia degli insegnanti per costringerli a restare come si fa con il vincolo,” ha risposto il senatore della Lega Mario Pittoni nell’appuntamento di Tecnica della Scuola Live del 30 agosto sui temi scuola della campagna elettorale 2022. “Io mi sto battendo da anni contro il vincolo, ma ho sempre puntato sugli incentivi, percorsi virtuosi, per fare restare i docenti in una scuola, ma agevolando il lavoro in certi territori, magari a mille chilometri da casa, con qualche centinaio di euro in più per riuscire a sopravvivere, perché non ce la si fa. Non è solo il problema della distanza e della famiglia ma anche quello economico”.
Si trova d’accordo anche Gabriele Toccafondi (Italia Viva), che sul tema della lotta al precariato o dello Ius scholae, al contrario, nel corso della diretta si è scontrato con il responsabile scuola della Lega in maniera piuttosto accesa. “Il prossimo Governo deve ragionare senza ideologia sul tema degli incentivi – ha dichiarato Gabriele Toccafondi – perché siamo al paradosso: al centro nord c’è molta richiesta di insegnanti, al sud c’è molta offerta, ma poi il costo della vita al nord è incompatibile con il livello stipendiale di un insegnante, quindi si rinuncia all’incarico e la continuità didattica salta”.
“Il Parlamento ultimamente in modo unanime ha votato la norma sulle piccole isole e sulle comunità montane che riconosce incentivi a chi accetta di andare in scuole difficilmente raggiungibili. Si tratta di combattere così anche la dispersione scolastica che si annida in certi territori, a beneficio degli alunni”, conclude.
Insomma, la direzione nel nuovo Governo dovrebbe essere proprio quella di intervenire nella disciplina della mobilità favorendo i docenti restare in una scuola mediante incentivi economici piuttosto che imponendo loro il vincolo triennale. Una soluzione, quella degli incentivi (e non solo economici) condivisa anche da molte sigle sindacali, peraltro.
In una diretta di Tecnica della Scuola Live di quasi un anno fa, Maria Grazia Frilli (dipartimento contrattazione e mobilità di Flc Cgil) aveva dichiarato: “Faccio notare che 12 o 13 anni fa ci si era inventati, in sede di contrattazione, il bonus di permanenza, i famosi 10 punti, sistemi incentivanti che valutavano con un punteggio aggiuntivo chi non faceva domanda di trasferimento. Un’idea che favorisce la continuità didattica, perché la continuità è doppiamente valutata nel punteggio”.
Una proposta sulla quale si era detta d’accordo anche la capo gruppo del Partito Democratico alla Commissione Cultura e Istruzione alla Camera, Rosa Maria Di Giorgi: “Sì, bisognerà lavorare sugli incentivi per aiutare il percorso della continuità didattica muovendoci nell’ambito di una flessibilità che sia condivisa anche dai sindacati. Le rigidità del sindacato anche rispetto a strumenti come quello degli incentivi non sempre sono state di aiuto. Quindi, per concludere, possiamo riportare dentro la contrattazione la questione dei vincoli, ma allo stesso tempo dobbiamo riproporre strumenti che possano supportare questo cammino, a partire dagli incentivi“.
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