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Violenza a scuola, ci risiamo: docente di Bari colpito in classe da pistola ad aria compressa un anno dopo il caso di Rovigo

Un professore è stato colpito da una pistola ad aria compressa in un istituto superiore di Bari. La vicenda ricorda quella che suscitò lo sdegno nazionale a Rovigo: alcuni studenti spararono pallini di gomma contro una professoressa e il video del tiro al bersaglio venne anche messo on line per deridere l’insegnante di Scienze. Lo riporta Il Quotidiano di Puglia.

Ancora non si sa molto sulle condizioni del professore, sui dettagli dell’accaduto e sul numero dei responsabili. Le notizie sono ancora in aggiornamento. Nel frattempo è arrivato il commento di Davide Picci, coordinatore provinciale di Sbam Bari, movimento studentesco: “Sono profondamente dispiaciuto per l’atto violento subito dal docente del Romanazzi. La violenza non ha mai giustificazione e condanno fermamente questo gesto. La solidarietà è essenziale in momenti come questi, poiché gesti come questi non devono assolutamente passare inosservati e poiché come i ragazzi anche i professori non devono mai essere lasciati in balia della maleducazione e dell’omertà se è nella scuola del buonsenso e del merito quella in cui crediamo”.

Una prima ricostruzione dei fatti

Secondo il giornale Ilquintopotere.it il docente sarebbe stato colpito al petto da un ragazzo di quarta superiore, che avrebbe usato una pistola portata da un altro studente. Il professore avrebbe sentito un forte bruciore al petto e fortunatamente non sarebbe stato colpito ad un occhio altrimenti le conseguenze sarebbero state più gravi. La prossima settimana sarebbe in programma una riunione della dirigenza scolastica per prendere una decisione disciplinare nei confronti dei due ragazzi.

Il caso di Rovigo ha fatto scalpore

Il caso Rovigo, che ha avuto luogo nel settembre 2022, un anno fa, ha fatto parlare di sè per un anno intero. A giugno scorso è stata data la notizia della promozione, con nove in condotta, dei cinque responsabili, voto che è stato poi abbassato dopo l’avvio di un’ispezione da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Alla fine la questione si è conclusa con l’abbassamento dei voti in condotta per gli studenti, che sono stati comunque ammessi alla classe successiva.

Questo atto di violenza nei confronti di una docente ha spinto il capo del dicastero di Viale Trastevere ad attuare misure per proteggere gli insegnanti dalle sempre più frequenti aggressioni. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, di fronte casi di questo tipo, richiederà all’Avvocatura generale dello Stato di rappresentare nei giudizi civili e penali i docenti e i lavoratori della scuola. La novità è stata contenuta in una circolare emanata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, inviata lo scorso febbraio a tutte le scuole.

La decisione del Ministro Valditara è motivata dall’esigenza di tutelare la dignità professionale e l’incolumità di docenti e personale: “Sarò sempre dalla parte degli insegnanti aggrediti. La nostra priorità è riportare responsabilità, serenità e rispetto nelle scuole”. 

Redazione

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