Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha rilasciato un’intervista Il Corriere della Sera in cui ha commentato gli ultimi tristissimi episodi di violenza a scuola tra giovanissimi, primo tra tutti l’accoltellamento ad un compagno di scuola da parte di una ragazzina di dodici anni.
“Non si dica che è una cosa recente, sono cambiamenti in atto da anni, anche decenni, ma di cui non ci siamo voluti accorgere. Lo dico chiaramente, anche a costo di essere considerato retrogrado o peggio: io non penso che a una ragazzina o un ragazzino si debba concedere di fare una seratona, con alcol, droga e sesso. A 13 anni mica diamo la patente per guidare, invece abbiamo dato ai nostri figli la patente di adulto”, ha esordito con amarezza.
Crepet, come Valditara, crede che bisogna agire abolendo i social, o comunque l’uso di smartphone, ai preadolescenti: “I social? Moltiplicatori di violenza incredibili. Credo che i telefonini andrebbero vietati almeno fino a 12 anni. Su questo mi ha chiesto un parere anche il ministro dell’Istruzione Valditara, sono d’accordo su tutta linea a una decisione di questo tipo”.
Poi il solito attacco ai genitori di oggi: “La famiglia non c’è più, intesa anche in senso più contemporaneo, per intenderci quella del Dopoguerra. I genitori non sanno cosa fare, l’unica cosa che hanno capito è che bisogna concedere tutto ai figli, aprire totalmente la diga. I genitori di questi dodicenni hanno 40-45 anni, e sono i peggiori della storia, perché sono cresciuti con l’idea che mettere limiti è una cosa riprovevole, che va agevolata la vita dei ragazzi in tutti i modi”
“Chi ha inventato la comfort zone? I quarantenni, non certo i nonni. Rappresentano una generazione privilegiata, sono persone che rifiutano la fatica. E sono quelli che vogliono abolire tutti i voti a scuola. Strano a dirsi che nell’Italia della Montessori, di don Milani, siamo diventati così ignoranti, così indifferenti nei confronti dei nostri figli più piccoli”, ha aggiunto.
“La scuola? È sparita come la famiglia. I professori che sento o che mi scrivono, quei pochi che ancora hanno amore per la loro professione, mi dicono che sono imbarazzati, intimoriti perfino atterriti perché hanno paura di fare qualsiasi cosa. Perché vengono emarginati, derisi, diventano oggetto di violenza. Anche nella scuola materna i bambini sono abituati a comandare. E se i maestri li puniscono, arriva un genitore a protestare: ‘Come si permette di trattare così mio figlio?'”, ha aggiunto.
“Lo ripeto, togliere i social ai più piccoli. Credo che avrebbe un enorme impatto mediatico, una decisione forte, ma alla mia età non sono ingenuo. Mi chiedo quanti sarebbero d’accordo, anche tra i leader politici, e quanti invece inizierebbero a eccepire dei se e dei ma. Penso più a questa seconda possibilità, espressione della nostra resa generale, anche della nostra pavidità”, ha concluso Crepet.
In una nota, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, riferendosi al caso di accoltellamento ha precisato: “Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani. Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta. Quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi. Dobbiamo vietare l’utilizzo dei social ai minori di 15 anni. Vogliamo proteggere i nostri giovani”.
Rimane da capire: saranno vietati i social o gli smartphone? A che età? E, soprattutto, come mettere in atto tutto ciò?
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