Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2018. Il fenomeno ha assunto un’incidenza notevole: in Italia, solo nei primi nove mesi del 2018 abbiamo assistito a 32 femminicidi, quasi uno a settimana. Con tanto di crescita di denunce e arresti. E in due casi su tre l’autore è italiano: è bene ricordarlo, perchè spesso a compiere violenza sono familiari, parenti o amici. Per celebrare la giornata, sono diverse le iniziative che si effettueranno nella nostra Penisola, ad iniziare dalla campagna bipartisan “Non è normale che sia normale“. In prima linea c’è pure il Miur, che ha lanciato il concorso nazionale “Nuovi finali – le scuole contro la violenza sulle donne”, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado.
L’Istat ci ha detto che l’anno scorso in Italia le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza sono state 49.152: di queste, quasi 30 mila hanno iniziato un percorso di uscita dal tunnel dei maltrattamenti
Con una circolare inviata a tutti gli istituti coinvolti, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha invitato “le studentesse e gli studenti ad analizzare gli stereotipi di genere contenuti in opere letterarie e di animazione, fumetti, film, pubblicità, videogiochi e programmi televisivi”.
“Dopo averli individuati e analizzati, i ragazzi dovranno mettere in scena la situazione approfondita e proporre la versione originale e una con un finale differente. Il tutto, secondo quanto richiesto dal bando del concorso, dovrà essere ripreso e montato in un video della durata massima di un minuto”.
Le due scene dovranno avere la durata massima di 30 secondi ciascuna. I video prodotti dovranno essere accompagnati da una relazione del lavoro svolto che dovrà contenere il nominativo e i riferimenti del docente referente, l’elenco dei materiali analizzati e le metodologie utilizzate.
Le scuole, che potranno partecipare anche con più di un video, avranno tempo per caricare i materiali realizzati dal 15 dicembre 2018 al 28 febbraio 2019.
Una commissione appositamente costituita valuterà e selezionerà i progetti migliori che verranno premiati nel corso di un evento nazionale sul tema, che avrà luogo in occasione del 25 novembre 2019.
Nella stessa circolare, il Miur invita tutte le istituzioni scolastiche ad approfondire con i propri studenti i temi correlati all’eliminazione della violenza contro le donne per sensibilizzare, prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione.
Anche il Comune di Roma si è attivato: presso la Protomoteca del Campidoglio, dalle 9.30 alle 13.00, si terrà il convegno organizzato dalla Commissione Capitolina delle Pari Opportunità “La schiavitù invisibile e il business della prostituzione”.
Parteciperanno la sindaca Virginia Raggi, l’assessora di Roma Capitale per Roma Semplice e Pari Opportunità Flavia Marzano e l’assessora di Roma Capitale per la Persona, la Scuola e la Comunità solidale Laura Baldassarre.
Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.00, “Ti amo da vivere”: monologhi teatrali, letture di poesie e video sul tema della violenza contro le donne.
Sarà presente, nell’area sottostante la Scalinata del Vignola, il Camper del “Progetto della Polizia di Stato – Questo non è amore”, con a bordo un’equipe multidisciplinare di personale della Polizia di Stato che svolgerà attività informativa e di prevenzione contro la violenza di genere.
Entrambi gli eventi ospiteranno inoltre, all’interno della Protomoteca, una mostra fotografica sul femminicidio di Marco Picistrelli.
“Sin dal nostro insediamento – ha detto la sindaca Virginia Raggi – abbiamo rafforzato le azioni e le iniziative per contrastare la violenza sulle donne. Lo scorso marzo abbiamo aperto tre nuovi Centri Antiviolenza nei Municipi VI, VII e VIII. Nei primi sei mesi di attività, queste strutture hanno accolto 443 donne. È stato poi attivato l’avviso pubblico per l’apertura di altri 2 nuovi Centri Antiviolenza, nei Municipi I e III”.
Anche il Governo interviene: “Al fianco delle vittime. Sempre. Per dire no a qualunque tipo di violenza e di discriminazione nei confronti delle donne. È un impegno che il Governo si assume a tutto campo e che si sta traducendo in atti concreti, come il disegno di legge ‘Codice Rosso’, fortemente voluto dai ministri Alfonso Bonafede, Giulia Bongiorno e Matteo Salvini, con cui si intende assegnare alle vittime corsie di priorità assoluta perché non rimangano bloccate dai tempi della giustizia in caso di seri pericoli per la loro incolumità”.
A dirlo è stato Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia, presenziando il 24 novembre a Ferrara all’inaugurazione dell’installazione di una ‘Panchina Rossa’ nello spazio antistante alla Casa circondariale. Morrone ha anche lamentato il fatto che “il fenomeno della violenza nei confronti delle donne, non solo fisica, ma anche psicologica, economica e culturale, sia ancora, purtroppo, in parte sommerso”.
“A molte donne manca il coraggio di parlare e di denunciare, addirittura di chiedere, aiuto. Non possiamo permetterlo”, ha concluso il sottosegretario.
Sulla giornata è intervenuto anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinal Gualtiero Bassetti: “chi maltratta una donna – ha detto – rinnega e sconfessa le proprie radici perché la donna è fonte e sorgente della maternità. È una specie di sacrilegio massacrare una donna. La violenza contro le donne sta diventando sempre più un’emergenza anche a livello nazionale che va combattuta a vari livelli”, ha sottolineato il cardinale in un videomessaggio su Tv2000.
“Nella mia esperienza di Pastore – ha proseguito Bassetti, che è anche arcivescovo di Perugia – sono venuto a contatto con situazioni davvero preoccupanti. Diverse donne si sono rivolte a me in confidenza e con vergogna, timorose delle conseguenze se la vicenda si fosse venuta a sapere e scoraggiate dall’ipotesi di non essere credute. Era brutto perché la loro confidenza che le avrebbe potute aiutare rimaneva soltanto uno sfogo”.
Secondo Francesca Puglisi, esponente Pd e promotrice di TowandaDem, “non bastano annunci o slogan demagogici. Serve concretezza nel contrasto alla violenza maschile sulle donne. Come narrano purtroppo le cronache, molte vite potrebbero essere salvate semplicemente applicando, senza se e senza ma, tutte le misure di prevenzione e protezione che abbiamo a disposizione nel nostro ordinamento. Serve formazione e specializzazione per le Forze dell’Ordine e per gli operatori di giustizia, ma anche per gli psicologi e gli assistenti sociali che devono saper distinguere e riconoscere la violenza domestica dal semplice conflitto familiare”.
“Vanno estesi in tutti i distretti protocolli territoriali coinvolgendo i centri anti violenza. E non dimentichiamo che la violenza di genere non è un problema delle donne. Ma degli uomini che la compiono. Per questo serve più educazione alla parità tra i sessi e alla gestione dei conflitti a scuola e una ferma condanna della violenza maschile sulle donne da parte di tutta la società italiana, a partire dai media”, ha concluso Puglisi.
“Un’immensa e contagiosa energia positiva e creativa, un grande fiume di donne, tantissime giovani, insieme a tanti uomini per fermare il femminicidio, contro la violenza quotidiana verso mogli, madri, figlie, sorelle, amiche, contro le discriminazioni sessiste e per la libertà di tutte e tutti, per una società delle differenze, delle pari opportunità, dei diritti: al lavoro, alla condivisione delle responsabilità famigliari, all’auto-determinazione”: a chiderlo è stato Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, a margine della manifestazione svolta sabato 24 nel centro di Roma.
“In Parlamento, nelle istituzioni, nei luoghi di lavoro e di studio, nelle famiglie dobbiamo respingere i tentativi di portare indietro il nostro Paese, come con la proposta di legge Pillon. Dobbiamo allargare – ha concluso Fassina – il protagonismo femminile nelle classi dirigenti, promuovere il lavoro e la parità retributiva, ampliare l’offerta dei servizi di welfare: dagli asili nido, al tempo pieno nella scuola, alla cura degli anziani”.
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