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Violenza di gruppo, assolti gli stupratori perché non avevano capito il ‘no’: serve educazione affettiva e sessuale a scuola

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La notizia dei ragazzi assolti dopo aver stuprato una ragazza sta sollevando critiche, ampie e giuste, su ciò che sta succedendo in Italia tra i giovani. Cosa porta dei ragazzi a compiere un gesto così deplorevole e che manca soprattutto di una base fondamentale per vivere, il rispetto per le altre persone? Secondo alcuni esperti il problema è da ricondurre alla mancanza di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, il che giocherebbe un ruolo fondamentale nella formazione dei discenti.

La vicenda e il parare dell’esperto

Il Tribunale di Firenze ha assolto i due giovani, che all’epoca dei fatti avevano 19 anni, accusati di stupro di gruppo. Per il giudice i due sono innocenti e, quindi, non punibili, “per errore sul fatto che costituisce il reato”. In buona sostanza non hanno percepito il “no” della ragazza, dando per scontato il consenso. Ma come è possibile questo?

A provare a dare una risposta è Rolando Paterniti, coordinatore scientifico del Master Psicopatologia forense e Criminologia dell’Università degli Studi di Firenze che su Luce! ha dichiarato: “Ho letto il dispositivo ma non le motivazioni della sentenza mi sembra molto strano che il Gup di Firenze abbia assolto i due 19enni dall’accusa di stupro di gruppo. Tuttavia, il Gup parla di ‘concezione assai distorta del sesso’’ da parte dei due giovani. Questo vuol dire che potrebbero non aver ben compreso il valore del rapporto sessuale, e che forse potrebbe trattarsi di persone immature dal punto di vista anche sentimentale e quindi ’non sapere cosa sia il rispetto della donna’’. Quando si parla di prevenire la violenza sulle donne si fa sempre riferimento all’educazione sentimentale e sessuale. Ecco, qui sta il nodo centrale: occorre far capire ai giovani che il rapporto sessuale non va mai considerato come una sorta di merce di scambio’’ in quanto non è un qualcosa da concedere per ottenere qualcos’altro. Il ruolo della famiglia e della scuola sono fondamentali – sottolinea Paterniti – anche se va detto che nelle scuole l’educazione sessuale è completamente bandita, non se ne parla mai se non dal punto di vista della contraccezione’’.

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In un sondaggio realizato dalla Tecnica della Scuola, è emerso che “un po’ per curiosità, un po’ per bisogno, i ragazzi mostrano interesse verso corsi o incontri di educazione sessuale negli ambienti scolastici”, ma “quasi la metà non ha mai affrontato il tema”. Particolarmente interessati all’argomento i ragazzi e le ragazze nella fascia 15-18 anni; tra i più giovani, invece, della fascia 11-14, l’educazione sessuale sarebbe necessaria ma non essenziale, sottolinea il report.

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Educazione sessuale a scuola, l’Italia si conferma fanalino di coda in Europa

Presso la Casa Internazionale della Donna in un convegno svoltosi di recente, il presidente AIED Mario Puiatti ha reso noto che sono numerose le realtà europee che non hanno provveduto ad un inserimento regolare dei programmi di educazione sessuale nelle scuole europee“L’Italia – ha osservato il presidente – è una delle pochissime nazioni in Europa, insieme a Cipro, Bulgaria, Romania e Lituania, Spagna, prive di programmi curricolari nel merito“. Il Ministero della Salute ha rilasciato dei dati utili a comprendere il quadro organico della situazione. In assenza di una formazione adeguata e strutturata, dove gli studenti ricercano le informazioni utili e a chi si rivolgono? I consultori non ammontano a tante unità sul territorio (fatto utile a comprendere l’approccio poco pragmatico delle istituzioni). A tal proposito Puiatti ha aggiunto: “Oggi 8 studenti medi e universitari su 10 cercano le informazioni in ambito sessuale e riproduttivo su internet (solo 1 su 4 chiede in famiglia), ma la stragrande maggioranza (94%) ritiene sia la scuola a dover garantire l’informazione su sessualità e riproduzione: questi i dati dello Studio Nazionale Fertilità presentato dal Ministero della Salute (2019).”

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