Il neo ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara del Governo Meloni è stato ospite della trasmissione radiofonica Tutti in classe, andata in onda oggi, 7 novembre, su Rai Radio Uno. Qui il leghista ha avuto l’opportunità di esporre la sua visione in merito ai recenti fatti di cronaca relativi ai docenti, primo fra tutti quello avuto luogo Pontedera, che ha visto un docente dare un pugno sullo stomaco ad uno studente intento a deriderlo, per poi ricollegare la questione dell’emergenza educativa al concetto, tanto discusso, di merito.
A proposito della necessaria ricostruzione del ruolo dei docenti, oggi evidentemente in crisi, Valditara ha affermato: “Occorre ripensare ad un nuovo atto educativo. Mi impegnerò a costruire una scuola serena, ispirata al senso di responsabilità, che torni a considerare, a rispettare l’autorevolezza dei docenti, una scuola che pretenda docenti che siano consapevoli dell’alta dignità della loro professione”.
Il riconoscimento sociale degli insegnanti passerà anche da un riconoscimento economico? “Il rinnovo del contratto deve già portare soldi freschi ai docenti. Bisogna che si trovi una soluzione. Il problema economico è uno dei temi più importanti per tornare a valorizzare questa figura”, ha risposto il capo del dicastero di Viale Trastevere.
Quest’ultimo ha parlato del bisogno di costituire un’alleanza tra più parti: “C’è una considerazione da fare: c’è la necessità di ripristinare una grande alleanza tra famiglie, studenti e parti sociali, che devono essere strettamente coinvolte. Credo che occorra che il docente sia sempre più accanto alla famiglia e che questa sia più coinvolta nel processo educativo, più responsabilizzata”.
Come si collega tutto ciò al merito? “Vediamo episodi in cui il genitore va dal docente soprattutto per lamentarsi; quando ero piccolo i miei genitori mi dicevano sempre: ‘ha ragione l’insegnante’. Smettiamola con questa società rivendicativa, livorosa, creiamo un clima positivo. Questo si crea anche personalizzando l’istruzione, facendo emergere i talenti, dando alle famiglie le istruzioni giuste perché possano fare scelte consapevoli. Qui veniamo al grande tema del merito: il merito non va considerato l’antitesi, il contrapposto dell’uguaglianza sociale. Anzi, noi abbiamo la scuola fatta di profonde disuguaglianze, un ascensore sociale che si è bloccato da tanti anni. Cosa significa? Che chi nasce in una famiglia di modeste condizioni difficilmente riuscirà a farcela nella vita, ad affermarsi, a migliorare il suo status”, ha spiegato Valditara.
“Anche perché la scuola non è messa nelle condizioni di poter aiutare realmente la famiglia a scegliere. La famiglia deve essere consapevole che talvolta un percorso professionalizzante può essere la chiave per il successo futuro del proprio figlio”, ha concluso.
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