Un altro episodio di violenza contro le donne, in qualche modo collegato alla tragica morte della 22enne Giulia Cecchettin, per il cui femminicidio è accusato Filippo Turetta, suo ex fidanzato, arrestato in Germania e oggi tornato in Italia.
Secondo quanto riporta La Repubblica, un ragazzo di 18 anni avrebbe minacciato la sua ex fidanzata all’uscita dalla scuola che lei frequenta, ad Aosta, dicendole la frase gravissima “ti faccio fare la fine di Giulia”. Tutto è avvenuto lo scorso 21 novembre, giorno in cui in tutte le scuole d’Italia (o quasi) è stato osservato il minuto di silenzio in onore proprio della Cecchettin.
La frase ha spinto la giovane a denunciare
Si tratta solo dell’ultimo di frequenti comportamenti violenti e tossici del ragazzo. Lei l’aveva lasciato più di un anno fa, lui non aveva mai accettato la fine della relazione, perseguitandola, subissandola di messaggi giudicati minatori, violenti.
La ragazza, per fortuna, una volta tornata a casa ha raccontato tutto ai genitori, che il giorno successivo, il 22 novembre, l’hanno accompagnata in caserma dai carabinieri per sporgere denuncia. Tre giorni dopo il fatto, ieri, venerdì 24 novembre, i militari del reparto operativo della Val d’Aosta hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, arrestando il diciottenne per atti persecutori. La giovane ha fornito alle forze dell’ordine le testimonianze scritte dei messaggi minatori del ragazzo.
Molto deve ancora essere fatto
C’è evidentemente ancora molto da fare per cambiare la società. Si spera che le manifestazioni contro la violenza sulle donne di questi giorni possano smuovere le coscienze e magari spingere molte donne a denunciare fatti del genere. In molti credono che l’educazione alle relazioni a scuola voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara non basti.
Molto critico lo psichiatra Paolo Crepet: “Non c’è dubbio che sono anche io figlio del patriarcato. Sono stati fatti comunque passi avanti. Al momento l’educazione è la cosa che è più in crisi nella nostra cultura. Scuola? Un altro fallimento totale. Andiamo a parlare di rispetto quando un ragazzo ha sparato ad un’insegnante e gli è stato dato il nove in condotta. Questo non lo chiamate fallimento?”, ha detto Crepet, facendo riferimento ai sempre più frequenti episodi di violenza sui docenti.
“La fiaccolata poi finisce, il progetto no. A chi lo affidiamo? A questa scuola qui? Ai social media? Come si fa a parlare in un liceo se tutti stanno al telefono?”, ha concluso, durissimo.