Un fatto increscioso che sicuramente avrà conseguenze gravi. Proprio nei giorni in cui nelle scuole sono state attivate iniziative contro la violenza di genere dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, del cui femminicidio è accusato l’ex fidanzato, Filippo Turetta, in un liceo del napoletano è apparso, sulla porta di una classe, un cartello dal contenuto sessista.
“Le donne non tutte sono t***e, ma tutte le t***e sono donne”, questo il contenuto del cartello, secondo quanto ricostruito da Il Mattino. I fatti risalgono a mercoledì mattina quando alcuni alunni della scuola erano impegnati nella scrittura di messaggi contro l’odio verso le donne, affissi poi sulle porte delle aule.
È stato uno di questi messaggi (“Non tutti gli uomini sono stupratori, ma tutti gli stupratori sono uomini”), che avrebbe scatenato le ire di qualche studente. Uno, in particolare, dapprima ha strappato il manifesto e poi ha riproposto la sua “versione” contro le donne.
Il cartello è stato prontamente rimosso e segnalato alla dirigente scolastica. L’autore si sarebbe autodenunciato. “Un gesto che abbiamo subito condannato, come dirigenza, docenti e personale”, dice la dirigente, che aggiunge: “Un gesto che mi fa stare ancora più male perché da un lato sono ancora turbata per l’omicidio di Giulia Cecchettin, dall’altro perché la nostra scuola è impegnata, e lo sarà ancora per oltre dieci giorni, in iniziative di sensibilizzazione sulla violenza contro le donne e sui troppi femminicidi di cui ascoltiamo notizia ogni settimana”.
La preside ha spiegato che “subito dopo l’accaduto ho convocato un consiglio d’istituto straordinario. Accerteremo le responsabilità, ascolterò quanto mi dirà il ragazzo coinvolto e poi prenderemo provvedimenti. Quello che mi importa è che non si arrivi ad una contrapposizione di maschi contro femmine. Mi dispiace che la scuola sia alla ribalta delle cronache per questo accaduto e non per le due settimane di sensibilizzazione che l’intero istituto sta portando avanti”.
L’accaduto dimostra che molto va ancora fatto per modificare alcuni comportamenti inopportuni e offensivi di alcuni ragazzi. Secondo l’attrice e regista Paola Cortellesi molto va fatto proprio a scuola. Ecco le sue parole: “Le famiglie devono educare i figli, ma anche se lo fanno bene poi ci sono le sollecitazioni esterne, i device, gli amici. A tredici anni io volevo sentirmi parte di un gruppo. Ai ragazzi va detto di avere fiducia in sé stessi e libertà di scegliere in base a esempi familiari. Ma, oltre alla famiglia è la scuola che deve formare gli individui che entreranno nella vita civile del Paese. E si deve fare carico di questo. Ma servono esperti, non basta la buona volontà dei professori”.
La regista aveva già criticato le parole del deputato Sasso: “Un deputato della Lega ha definito ‘una nefandezza’ l’idea, diceva, di ‘insegnare il sesso ai nostri figli di sei anni’. Quando ho sentito la notizia ho pensato proprio il contrario, l’educazione all’affettività e al rispetto di sé andrebbe iniziata alla scuola dell’infanzia, per proseguire più avanti con l’educazione sessuale, il tema del corpo… È uno scandalo che non sia previsto dal ministero. Una figlia adolescente davvero sta lì a sentire i genitori? È evidente che se ne debba occupare un esperto”.
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