“La cosa più penosa – considera all’Adnkronos la religiosa che è stata insignita dal Capo dello Stato con l’Onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – è che siamo arrivati al punto delle ‘tre P’ potere, possesso, piacere. Dobbiamo ingaggiare una lotta senza quartiere”.
Suor Eugenia Bonetti da lungo tempo lavora al fianco di tante donne che vivono il disagio; in alcuni casi è riuscita ad affrancarle dalla strada. “Abbiamo tutti delle responsabilità ma su questi temi si sta facendo ancora poco. Occorre lavorare, partendo dall’educazione nelle scuole: è necessario procedere ad un cambio culturale mentale o si toccherà il fondo”. Gli esempi negativi sono sotto gli occhi di tutti. Suor Bonetti pensa ad esempio a “certi” programmi televisivi, ma anche allo “spettacolo che ci dà la nostra politica. Quanta volgarità nelle parole, senza tacere la violenza delle parole. Occorre un serio esame di coscienza”.
La religiosa che coordina il servizio di centinaia di religiose che operano sulle strade, nei centri ascolto, nei centri di detenzione ed espulsione e soprattutto nelle case famiglia per il recupero di tante giovani vite, denuncia come “la prostituzione del corpo e dell’immagine della donna” sia “ormai diventata parte integrante della cultura del Paese. Dovremmo riflettere su che tipo di immagine diamo della donna. Pensiamo solo alle immagini proposte nei settori di alta responsabilità. Occorrerebbe più dignità”.
Anche la Chiesa su temi tanto delicati e importanti come quello dell’aiuto alle vittime di violenza deve fare la sua parte. “C’è un grande risveglio a tutti gli effetti – registra suor Eugenia -. Ciascuno ha una responsabilità. Il Papa non manca di ricordarcelo quotidianamente con tutti i mezzi perché è molto più facile rotolare verso il basso che camminare verso l’alto”. Avverte suor Eugenia Bonetti: “stiamo toccando il fondo. Iniziamo a prendere le distanze da scene che ci umiliano e che aggiungono violenza a violenza. Chi tira il primo sasso?”