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Violenza sulle donne, Valditara presenta il progetto “Educare alle relazioni”: “Fare entrare il rispetto in tutti gli insegnamenti”

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Oggi, mercoledì 22 novembre 2023, alle ore 11.00, nella Sala Koch del Senato (dove è calendarizzato l’esame del disegno di legge del governo contro la violenza sulle donne, già approvato dalla Camera), i ministri dalla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano presentano in conferenza stampa le iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne.

Ecco le parole di Valditara: “Questo progetto prende l’avvio non dai recenti fatti di cronaca, ma prende le mosse dagli eventi della scorsa estate, come lo stupro di Palermo e Caivano. E prende le mosse dalla mia volontà di dire basta ai residui di cultura maschilista. Il fatto che la donna debba subire quotidianamente vessazioni è inaccettabile. Proprio per questo mi è venuta in mente l’idea di creare gruppi di discussione nelle scuole. La scuola si occupa del fenomeno culturale, il maschilismo ancora imperante che si manifesta in tante situazioni della vita quotidiana, basta pensare agli apprezzamenti non voluti per strada”.

“L’idea è stata quella di creare un gruppo di lavoro e una consultazione ampia con varie parti. Abbiamo steso indicazioni che oggi ho firmato e che invierò alle scuole. Il progetto si chiama ‘Educare alle relazioni’ e si basa sul progetto ‘Educare al rispetto’ del 2015. Per la prima volta si fa un esperimento di questo tipo in Italia, la prima volta in cui si affronta di petto il maschilismo”.

“Chi sono i destinatari? Il progetto si sviluppa sul piano dell’Educazione Civica, c’è un invito di fare entrare la cultura del rispetto in tutti gli insegnamenti. Poi c’è il progetto specifico per le scuole secondarie di secondo grado che si articola con gruppi di discussione, con il coinvolgimento degli stessi studenti, che saranno informati delle conseguenze penali in cui si incorre dopo certi comportamenti. I gruppi possono fungere da supporto. Importante è l’aspetto della prevenzione”.

Cosa faranno i docenti

“I docenti svolgeranno la funzione di moderatori. I moduli di discussione saranno di trenta ore. I gruppi potranno essere supportati da esperti qualificati. Ho firmato un’apposita direttiva ministeriale. Ogni scuola avrà un docente referente. Ogni classe avrà un docente moderatore”.

“Il Forum nazionale Associazione dei Genitori avrà un ruolo importante: accordare il progetto con osservazioni migliorative da parte dei genitori. All’Ordine degli Psicologi chiederemo aiuto per la formazione dei docenti, per la loro assistenza e per il monitoraggio conclusivo”.

Adesione facoltativa

“Il Ministero garantisce il supporto alle scuole e la scuola sarà tenuta, al termine del progetto, a fare una relazione sulle migliori pratiche. La nostra intenzione è realizzare presidi territoriali psicologici al servizio delle scuole che dovremo progettare con l’Ordine degli Psicologi. Indire si occuperà della formazione. Questa attività è extracurriculare e verrà finanziata da 15 milioni di euro di fondi Pon”.

“Il progetto si svolgerà in orario extracurriculare perché avremmo altrimenti dovuto togliere ore a materie curriculari. Nelle ore curriculari c’è l’ora di educazione civica. Il progetto parte con adesione facoltativa delle scuole, dopo la sperimentazione capiremo se renderla obbligatoria. Provvisoriamente il progetto nasce solo nelle scuole superiori. Il progetto dovrebbe partire già quest’anno, oggi arriverà la direttiva alle scuole. Per la prima volta c’è un impegno diffuso per sradicare la cultura della violenza sulle donne”.

Roccella: partire dagli uomini

Ecco le parole di Roccella: “Il ddl sulla violenza sulle donne attualmente in votazione rappresenta il cambiamento necessario per questo Paese sulla cultura del rispetto. Abbiamo ritenuto subito che il metodo necessario sia la condivisione. Una legge è fondamentale ma non risolve tutto, c’è bisogno di un cambiamento culturale impegnativo. Non è un’impresa da poco, ci vuole collaborazione. Il protocollo che stiamo firmando ha obiettivi precisi: serve per diffondere fra i giovani il valore del rispetto reciproco; vogliamo far acquisire agli studenti gli strumenti necessari per riconoscere violenza e discriminazioni, dare alle donne gli strumenti per riconoscere i segni delle violenze, di comportamenti aggressivi. Dobbiamo coinvolgere anche gli uomini, le studentesse cominciano ad avere una sensibilità allertata. Credo che i protagonisti del cambiamento debbano essere gli uomini. Alle donne dobbiamo dare gli strumenti per riconoscere le violenze e tutelarsi. Vogliamo anche far conoscere le norme sulla violenza, per far sapere a cosa si va incontro. Come? Con la partecipazione in prima persona degli studenti e l’identificazione con le storie di violenza. Per questo abbiamo pensato a stimolare i ragazzi a produrre video e cortometraggi sulla violenza. Vagliandoli, i più rappresentativi potranno essere portati al Festival del Cinema di Venezia. Il protocollo durerà un paio di anni. Ci sarà un comitato paritetico tra i diversi ministeri in cui ogni dicastero porterà le proprie competenze”.

Sangiuliano e i fondi per i film sulla violenza sulle donne

Ecco le parole di Sangiuliano: “Ritengo che la cultura sia un valore determinante. La libertà femminile deve essere rispettata da tutti. La cultura può essere un antidoto. Ho aderito all’idea di far sì che i migliori prodotti audiovisivi realizzati dagli studenti vadano al Festival di Venezia. Dedicare uno spazio del Festival a questo tema. Voglio dare notizia di un’altra cosa: nella definizione dei criteri per i finanziamenti ai film abbiamo attribuito maggior punteggio ai prodotti audiovisivi che trattano questi temi”.

La prima risposta del Governo

In molti hanno riflettuto sull’educazione dei giovanissimi di oggi all’indomani dell’omicidio di Giulia Cecchettin, vittima numero 105 di femminicidio in Italia nel 2023 e hanno chiesto l’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che dal canto suo ha parlato di un progetto, “Educare alle relazioni” e ha disposto un minuto di silenzio nelle classi italiane per riflettere su quanto accaduto.

C’è chi chiede di più: si chiede a gran voce un cambio del curriculum scolastico e l’inserimento dell’educazione affettiva come materia scolastica in modo strutturale, e non come un corso una tantum. C’è anche chi ha criticato Valditara per aver optato per il silenzio. Secondo molti, come la biologa Antonella Viola, bisogna fare il contrario: parlare di questi temi, discuterne con gli studenti.

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