Caro prof ti scrivo; cara ragazza ti rispondo. Una corrispondenza epistolare via E-mail fra un giovane insegnante e una ragazza liceale, i quali, incontrandosi per caso sul web, decidono di corrispondere, come si faceva prima della video chiamata e prima ancora degli sms, con le lettere via posta fornite di regolare francobollo.
Nel nostro caso, manca l’attesa del postino, sostituita dalla velocità della connessione. Due personalità che però vivono molto distante fra di loro, per cui quelle mail risultano l’unico punto di contato per dialogare e conoscersi, ma soprattutto perché le esperienze e i punti di vista del prof possono dare ancora qualche suggerimento, compresi dei punti di visti utili alla ragazzina ancora adolescente.
E attraverso le lettere si svelano gli animi dei due interlocutori che si parlano in tutta franchezza, grazie forse alla mancanza della cattedra e degli spazi severi della scuola che inducono probabilmente alla reticenza e comunque alla non apertura completa di sé.
Gli epistolari in qualche modo su cui la letteratura ci ha informati e che ci ha fornito esempi, mettendoci di fronte punti di vista differenti che magari col temo si ritrovano e si confondono, per ritrovarsi, giungendo a una sintesi.
Lettere che in qualche modo ci hanno pure riportato ai dialoghi platonici e al Petrarca, fino al romanticismo e che ora Marco Pappalardo e Virginia di Vincenzo sembrano riscoprire nel libro edito da Elledici, “Virginia e il professore. Lettere oltre il banco e la cattedra”, 9,90 euro.
E già il titolo narra del contenuto di questo libro composto di sole lettere: “Carissima Virginia… il tuo prof”; “Caro prof… sua Virgy”, dentro cui si trovano non solo i grandi temi dell’educazione e della maturità, della adolescenza e dei suoi problemi, i rapporti con la scuola e i genitori, coi voti e le interrogazioni. Ma pure una serena analisi da parte di entrambi sui problemi adolescenziali più svariati: amicizia, amore, tempo libero, musica, dolore, internet, legalità, corporeità, fede e tanto altro ancora.
Ma risulta pure uno spaccato, se i vuole, sui giovani di oggi, sul loro modo di pensare e di essere e a cui il prof tenta pure di dare risposte e spiegazioni, indagando nell’animo della ragazza per indagare in ogni singolo alunno del suo liceo.
Un modo diverso e sui generis per capire, e dunque intervenire nella classe, grazie appunto alle aperture libere e non condizionate di Virginia; e pure un aiuto tangibile del prof a Virginia dai cui racconti, il prof, raccogliendo le esperienze maturate in classe ma pure quelle nate dai suo studi, propone soluzioni e materie di riflessione alla ragazza per affrontare non solo la vita ma anche quella porzione di scuola che la porterà alla piena maturità.
Chi cerca soluzioni in questo testo, non ne trova. Può confrontarsi però con le proprie idee viste attraverso le lettere dei due, del prof e dell’alunna e di due generazioni che si conftontano per capirsi e forse pure per aiutarsi.