Categorie: Politica scolastica

Visco: “Lo Stato investa di più nella scuola”

“Il ruolo dello Stato – spiega Visco – è investire nella scuola come fa adesso, e meglio, e tutelare chi resta indietro. Ma è molto difficile immaginare in quali settori occupare persone escluse dalla tecnologia”.

“E’ difficile pensare allo Stato come occupatore di ultima istanza, perché non ci sono i quattrini e perché lo Stato programmatore non ce la fa perché non può prevedere il futuro”. E’ il parere del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco precisando che bisogna comunque “garantire delle condizioni ragionevoli agli esclusi o aiutarli a essere inclusi”. 

Alla luce dei grandi cambiamenti dell’ultimo decennio, “il progresso è straordinario – ha osservato Visco  – e questo porta ad affrontare un periodo di transizione molto lungo prima di trovare opportunità di lavoro per tutti”. Quindi, a suo parere, “bisogna porre il problema del ruolo dello stato in questa fase: è difficile pensare allo stato come occupatore di ultima istanza”. Alla luce di questa consapevolezza il governatore ha sottolineato che “bisogna creare un ambiente nel quale si possa avere maggior successo nell’accumulare capacità di progredire. E contemporaneamente bisogna garantire condizioni ragionevoli agli esclusi o aiutarli a essere inclusi”. 

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha ricordato l’economista Federico Caffè nel centenario della sua nascita all’Università di Roma TRE facendo propria l’esortazione dello studioso scomparso nel nulla: “Siate sempre vigili, non cedere mai agli idoli del momento – questa la frase con cui Caffè invitava i suoi studenti secondo quanto riportato da Visco – rifletteteci con il vostro pensiero e capacità intellettuale”. Visco ha quindi ricordato che Caffè “è stato un grande italiano” e fu molto legato a Bankitalia e “nel 68 soffrì per le sciocche accuse di connivenza con i difensori del capitale, ne era mortificato”. “Ma devo dire – ha osservato Visco – che ogni stagione ha le sue sciocche interpretazioni e anche oggi non mancano, basta leggere i giornali”. (Ansa)

Pasquale Almirante

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