Tra molti nostri docenti c’è un malessere di fondo, dovuto alla fatica di insegnare ma anche ad una incapacità di base ad autoregolamentarsi: per questo, sarebbe opportuno prevedere uno screening psicologico di accesso e in itinere, la cosiddetta visita medica psicoattitudinale, per svolgere la professione insegnante, come anche fare il preside e il collaboratore scolastico A dirlo è Mario Rusconi, presidente Anp Roma: in una video intervista alla ‘Tecnica della Scuola’, il dirigente scolastico commenta la vicenda dello studente colpito allo stomaco da un pugno sferrato da un docente in classe, davanti ai compagni. Un gesto frutto probabilmente dell’esasperazione alla quale lo ha condotto l’alunno, che anche da un video, diventato virale, era intento a sbeffeggiarlo mentre era in piedi accanto alla cattedra.
Secondo Rusconi “la legge, il buonsenso e la pedagogia ci dicono che i ragazzi non possono toccati e malmenati dal loro insegnante: è un ragionamento elementare. A Pontedera il docente ha dato un pugno al suo alunno? C’è un aspetto disciplinare che incombe sul docente, rischia la sospensione, anche dello stipendio, ma in parallelo credo che si avvierà una procedura con aspetti penali per utilizzo improprio dei mezzi di correzione: dipende da cosa deciderà la magistratura. Poi potrebbe partire il procedimento civile che porta al risarcimento”.
Il presidente Anp Roma ricorda anche che “i ragazzi sono fortemente cambiati in negativo negli ultimi 10-15 anni e i social hanno contribuito divulgando episodi indecorosi, come picchiare gli altri compagni e l’avventarsi contro gli insegnanti. Anche la famiglia non è più quella che una volta si definiva la prima agenzia educativa: spesso è una sorta di ‘avvocato del diavolo’ che difende il figlio di fronte a qualsiasi nequizia. Solo che noi educatori dobbiamo reagire con l’autorevolezza con la fermezza che richiede la professione anche se sempre più difficoltosa del docente. Non certo con atti di violenza che indicano una scarsa autoregolamentazione da parte dei docenti stessi”.
Rusconi non ha dubbi: “Serve uno screening psicologico di accesso e in itinere per svolgere la professione insegnante, ma anche per fare il preside e il collaboratore scolastico: la cosiddetta visita medica psicoattitudinale. Negli Stati Uniti studi socio-culturali hanno calcolato che dopo una quindicina di anni di insegnamento c’è il rischio del burnout: ecco perché da anni chiediamo che nelle scuole sia presente un’equipe psicopedagogica, ancora di più ora nel periodo del Covid. Come il medico scolastico che 20 anni fa è stato eliminato: una delle cose più inconcludenti che possa aver fatto la politica. I docenti devono avere un supporto e formazione: i corsi formativi lo svolgono anche i manager delle grandi aziende americane per dare loro più consapevolezza e autorevolezza”.
“Rendendo più forte il suo ruolo – conclude il sindacalista dei presidi romani – l’insegnante diventerebbe anche più responsabile di quello che fa, acquisendo anche una maggiore autostima, anche agli occhi dell’opinione pubblica che purtroppo evidenzia ormai solo i lati peggiori della scuola non esaltando mai quelli positivi”.