I lettori ci scrivono

Visita psichiatrica oltre le telecamere? Direi proprio di no

Contro il fenomeno della violenza nelle aule oltre alle telecamere potrebbe essere proposta una visita psichiatrica cui sottoporre i docenti.
No, questo proprio no, perché gli insegnanti sono degli educatori e non persone folli. Questi episodi, di violenza tra le mura scolastiche fortunatamente sono isolati, sono la cartina di tornasole dell’esasperazione della classe docente che non riesce più da sola a fronteggiare i soprusi, le angherie, le sopraffazioni di una società che non ha alcun rispetto degli insegnanti né tantomeno della dignità umana. Tali forme di esasperazione sono
generati da comportamenti subdoli che col passare del tempo esplodono perché ormai i valori etici fondamentali dell’uomo si sono persi.
Sottoporre i docenti a visita psichiatrica è la punta di un iceberg che è giunto a punte estreme e che lo Stato e la società civile non sono più in grado di arginare. Assistiamo alla solitudine dei docenti che non hanno alcun mezzo e strumento per potersi difendere. Si stanno vedendo, tuttavia, soltanto gli aspetti negativi dei docenti, come gli unici responsabili dei fenomeni di violenza e non si tiene nel dovuto conto anche gli atteggiamenti tutt’altro che positivi dei genitori e degli alunni che in classe rivolgono parole volgari, offese, minacce nei riguardi degli insegnanti che hanno il gravoso e difficile compito di
formare le nuove generazioni.
Se tutti gli insegnanti devono essere sottoposti a visite psichiatriche non è affatto giusto perché si tende sempre a fare di un’erba un fascio.
Ci sono casi isolati e questi vanno individuati e non va assolutamente bene che in Italia per colpa di pochi debbono sempre pagare tutti. E avviene sempre così.
Se i comportamenti dei docenti sono esasperati da una dilagante forma di maleducazione estrema andiamo a considerare dietro quei comportamenti cosa c’è. C’è ovviamente una società a pezzi, disgregata, assente, priva di strumenti coercitivi, irrispettosa delle regole, sfrontata, composta di famiglie che hanno completamente perduto la bussola dell’educazione e del rispetto verso il prossimo. Quindi verso quale tipo di società stiamo andando?
Stiamo andando nella direzione dei baratro, una società fondata
sull’anarchia, in assenza di regole certe e condivise, o meglio di una società fondata sul nulla che non vede alcuna prospettiva di riabilitazione se non si cambia subito la rotta.
Sembra quasi che i nostri ragazzi che sono spavaldi, sfrontati sono i nuovi barbari che si affacciano alle porte di un impero ormai in decadenza. L’impero è formato dalle due agenzie educative la famiglia e la scuola che non seguono più le identiche rotte ma viaggiano su binari completamente opposte o come due montagne che non si incontreranno mai.
Quindi se i docenti debbano indistintamente essere sottoposti annualmente a visita psichiatrica degli altri cosa dobbiamo fare? Inviarli a scuola di educazione e correzione prima di immetterli nella società civile? Il problema è serio, delicato e soprattutto spinoso.

Mario Bocola

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