Vita dura per gli studenti copioni, arrivano i software scopri-bluff
Le tecnologie informatiche potrebbe far scomparire l’arte di copiare dietro ai banchi. La notizia arriva dagli Stati Uniti, dove oltre cento università, che da quelle parti si chiamano college, hanno deciso di adottare sofisticate armi tecnologiche contro gli studenti che bleffano durante la realizzazione delle prove scritte.
Per “stanare” gli studenti copioni i tecnici assoldati dagli atenei americano utilizzano sofisticati software collegati a dei database: attraverso l’incrocio dei dati storici e recenti riscontrati, nove volte su dieci il programma escogitato, associato alla banca dati, fanno centro. Il database più usato, implementato nell’arco degli ultimi 20 anni, si chiama “Turnitin for Admission”: si tratta, in pratica, di un enorme archivio di elaborati scritti con cui confrontare i lavori degli studenti.
Con questi strumenti si scopre, in pratica, se quanto prodotto dai ragazzi durante le prove scritte è frutto di ore e ore di studio oppure delle loro abilità improvvisate.
Il sistema escogitato serve, in particolare, a scoprire quella percentuale tutt’altro che marginale di studenti che copiano il saggio scritto, un testo che le aspiranti matricole devono necessariamente allegare alla domanda d’ammissione.
Dai primi risultati sembra proprio che la mossa delle Università sia andata a toccare un’abitudine diffusa. Secondo il portavoce dell’azienda che produce il software i test realizzati negli ultimi mesi hanno rivelato che il 20-30 per cento degli scritti è copiato.