I lettori ci scrivono

Vita sospesa e la didattica a distanza

La realtà del momento richiede un rilavante impegno di coloro che svolgono le attività su cui poggia la tutela della salute delle persone.

Mi riferisco chiaramente ai medici, infermieri e agli altri operatori del settore.

Non sono trascurare poi, tutti coloro che sono chiamati a svolgere attività di lavoro a servizio della comunità: farmacisti, edicolanti, trasportatori di merce, uomini addetti alla pulizia, impiegati di banca ecc…

Ma una funziona di rilevante significato a cui voglio indirizzare l’attenzione è quella dei DOCENTI, per i quali avverto, per motivi vari, la mia particolare vicinanza.

Chiamati a svolgere la loro attività educativa nella forma della didattica a distanza, stanno dimostrando, per buona parte, di avere capacità e potenzialità, che a volte non risulta possibile esprimere in presenza.

Io non penso certo che questa possa rappresentare la modalità di attività formativa efficace in condizione di normalità, ma colgo un lavoro di maggiore impegno ,che non sempre si evidenzia giustamente nella “comunità educante”, purché tale non è.

Ciò deve far riflettere molti dirigenti scolastici, che si preoccupano, per motivi vari, di imporre disposizioni, preoccupandosi solo del rispetto formale.
Io ho sempre pensato che la qualità di un dirigente è individuabile dai collaboratori che si sceglie, e non sempre la scelta poggia sul merito.

Comunque rimandiamo ad altra occasione una riflessione più accurata su ciò.

Mi sento di esprimere un GRAZIE ai tanti docenti che nonostante le disposizioni ministeriali, che spesso mi sembrano “provocazioni”, lavorano con serietà ed impegno, certamente più faticoso, con l’impiego di ore lavorative superiori a quelle richiamate dal Ministero.

Un grazie anche ai genitori che partecipano in modo intelligente allo studio dei figli, non con l’aiutarli “a fare i compiti”, ma con interventi equilibrati di natura formativa.

Certo il lavoro dei docenti è efficace quando già, nelle aule scolastiche, hanno cercato di fornire ai giovani strumenti per poter lavorare proficuamente a distanza.

Ribadisco che questo discorso è rivolto ai “docenti “, spiriti liberi che perseguono le finalità formative del loro lavoro, non mi sento di accomunare i “mediocri” che spesso si schierano col “potere” per dabbenaggine o desiderio di “protezione”!

Giovanni Torrisi

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