Ancora una volta, il Tribunale di Bari da ragione a un docente, assistito dal Responsabile USB Scuola Puglia, a cui il Miur aveva imposto il trasferimento dalla Puglia al Veneto disponendone il rientro nel primo ambito richiesto.
Nelle domande di mobilità per l’a.s. 2016/17 il Miur e i sindacati scuola firmatari del Contratto sui trasferimenti (Cgil, Cisl, Uil e Snals) non ha inserito nella tabella di valutazione dei titoli la previsione di uno specifico punteggio per i servizi svolti nelle scuole paritarie.
Una valutazione degli anni di servizio preruolo richiesta dal docente che la nota della tabella del contratto Mobilità 2016/17 illegittimamente non aveva previsto come riconoscibili.
Infatti il Miur ha disposto i trasferimenti senza tener conto di questi servizi, pertanto il docente ha presentato ricorso, per tramite l’avvocato Vito Lacoppola del foro di Bari, vincendo su tutta la linea, ottenendo ragione da parte del Giudice che ha valutato tale servizio.
Un ricorso d’urgenza deciso il 18/10/2016 che ordina al Miur di <<assegnare al ricorrente una sede di servizio ubicata in Puglia ambito 0001>>. Il giudice del lavoro ha anche condannato l’amministrazione a € 2.000,00 di spese.
Sono ormai tanti i Tribunali che con diverse pronunce, in primis quello di Bari, di Brindisi, Trani e Taranto, che stanno bocciando l’operato del MIUR e dei sindacati firmatari del Contratto sulla mobilità che sta sgretolando, meglio demolendo, le operazioni assurde del Miur che ha disposto la migrazione forzata dei docenti del Sud al Nord senza preoccuparsi delle assurdità e le difficoltà dei trasferimenti in zone così distanti da quelle della propria residenza. Veramente la più brutta pagina della scuola italiana.
Ma tant’è questa è la tanto esclamata “Buona Scuola”. Figuriamoci se non fosse stata “Buona” cosa sarebbe stata e cosa avrebbe prodotto?
Chi ha la responsabilità di tante oscenità dovrebbe seriamente riflettere, se ne ha la capacità, finora non dimostrata. Ma anche da molti altri, ivi compresi alcuni sedicenti rappresentanti dei lavoratori.
Una giustizia che il Miur gli aveva negato non rispondendo neanche alla proposta di conciliazione.
Tormento finito per lui, ma tanti altri seguiranno il suo esempio di coraggio e di piena fiducia in una giustizia non sempre attenta e celere che alcuni illuminati giudici del lavoro si impegnano a riscattare anche rispetto a tanti luoghi comuni.
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