Leggo con piacere che si è creata una certa mobilitazione tesa ad abolire l’intitolazione di scuole ad un personaggio indegno come Vittorio Emanuele III: Va detto che si tratta, significativamente, di fenomeno esclusivamente meridionale: Puglia, Sicilia, Palermo (ben 2, di cui una importantissima).
Il 10 ottobre 2018 (quindi – solo per la cronaca – un anno prima che ne
parlasse la senatrice Segre) lanciammo, nell’ambito dell’Istituto Gramsci Siciliano e di un corso di aggiornamento per insegnanti, un appello che raccolse migliaia di firme, soprattutto nell’ambito della scuola e dell’Università, e poi tramite Change Org (altre 2.000 adesioni).
Apprendemmo poi che il Consiglio dell’ Istituto tecnico-industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, riunitosi su questo tema, aveva deliberato a maggioranza di mantenere la denominazione attuale per non creare disorientamento nei titoli di studio.
Proposi che l’Istituto fosse intitolato ad altro personaggio più degno (Istituto XY, con l’aggiunta: “già Vittorio Emanuele III”, per rimarcare la ‘degradazione’). Non se ne fece nulla. Ma forse questa è la volta buona che riusciamo a cancellare l’onta di avere scuole intitolate al re fellone.
Salvatore Nicosia
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