Credo che i vari schieramenti politici ci mettano tanto impegno per scovare Ministri che non stanno dalla parte della Scuola.
Dopo averci deliziato dei vari Berlinguer, Moratti, Profumo, Gelmini, Giannini, ecco che dal capello della classe politica vien fuori un possibile ministro favorevole alla Buona Scuola, ai licei quadriennali, che ha detto peste e corna degli scioperanti contro la 107 e così via.
Possibile che non ci sia un minimo di coscienza e giudizio nella scelta delle personalità in ruoli così delicati? Come si può essere favorevoli ai licei quadriennali se i contenuti formativi sono ben definiti e non acquisibili se non in un periodo congruo: almeno 5 anni. A meno che non si voglia banalizzare l’insegnamento disciplinare.
Ma avete capito cari politici cosa serve alla Scuola italiana?
-nuovi edifici e spazi confortevoli;
– nuovi laboratori;
– l’aumento del tempo scuola, da intendersi come l’aumento delle ore nelle materie di indirizzo ( sarebbe saggio il ripristino delle sperimentazioni Brocca che tanto hanno dato in termini formativi agli studenti)
– obbligo formativo sino a 18 anni;
– l’alternanza scuola-lavoro solo ed esclusivamente nel periodo estivo, con ridotto numero di ore (max 50h. nel triennio) e definita con criteri e modalità giuridicamente rigide che non comportino lo sfruttamento degli studenti.
Quale è stato l’esito delle sedicenti riforme in questi anni?
L’impoverimento didattico, diminuzione del tempo scuola, spazi e laboratori inadeguati, stipendi da fame per la classe insegnante, umiliazione della classe docente da parte della politica, dei genitori e di certa stampa.
A quale logica ubbidivano queste sedicenti riforme? Al risparmio, non certo al miglioramento della qualità dell’istruzione.
Non abbiamo bisogno di Ministri arroganti che non amano il confronto, non abbiamo bisogno di riforme imposte dall’alto e non condivise, così come si vuole che la Scuola riacquisti quel ruolo e quel prestigio che aveva in tempi passati. E per favore non si dica che queste sedicenti riforme le ha chieste l’Europa
Giampaolo Bullegas