Il 30 e 31 ottobre si riuniranno a Roma i governi del G20, ossia dei 20 Paesi che rappresentano i due terzi del commercio planetario, l’80% del PIL mondiale ma anche il 75% delle emissioni di gas serra globali. In quella sede i rappresentanti di soli 20 Paesi continueranno a decidere le sorti dell’intero pianeta, silenziando le richieste della società civile, sempre esclusa dalle discussioni e dalle decisioni.
Noi saremo in piazza all’interno di una grande coalizione di lavoratori/trici, studenti, giovani, ambientalisti, organizzazioni femministe, antirazziste, antifasciste, pacifiste, per la giustizia economica, sociale, ambientale, climatica, per la dignità delle persone e del lavoro, per costruire un futuro- quell’altro mondo possibile e necessario per cui ci siamo battuti, e ci battiamo, fin da Genova e Porto Alegre 2001 con il movimento altermondialista-libero da guerre, muri, razzismi, dittature e fascismi.
In particolare come COBAS ci rivolgeremo ai capi di governo e di Stato europei per ricordare loro, come abbiamo fatto nell’assai positivo sciopero generale dell’11 ottobre scorso insieme a tutto il sindacalismo conflittuale, che nel corso della pandemia l’Unione Europea con il Recovery Fund ha sì avviato una politica economica incentrata sulla spesa pubblica in deficit, in controtendenza rispetto alla fase dell’ “austerità”, ma che il PNRR italiano e degli altri paesi europei non costituisce affatto una svolta nell’uso pubblico e sociale dell’ingente massa di denaro a disposizione: anzi, prospetta una lunga serie di regalie ai settori più forti, economici e politici, della nostra società e delle altre europee.
Noi, come già tramite lo sciopero generale citato, lottiamo-e lo ricorderemo in piazza il 30 ottobre ai signori del G20-per una radicale inversione di tendenza, rivendicando l’utilizzo di tale rilevante massa monetaria per la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario; per garantire a tutti/e un lavoro dignitoso, con il contratto a tempo indeterminato come regola generale; per l’innalzamento dei salari reali e un salario minimo europeo; per la parità salariale per le donne; per un reddito universale, esteso anche alle/ai migranti; per una netta inversione di tendenza rispetto ai disastri ecologici e al cambiamento climatico; per massicci investimenti nella scuola e nella sanità pubbliche, contro l’aziendalizzazione e la privatizzazione della sanità; per la sospensione dei brevetti e l’esportazione dei vaccini e della tecnologia per produrli in loco per la lotta alla pandemia.
Per dire tutto questo ai signori del G20, e in particolare ai rappresentanti dei governi europei e del governo Draghi nello specifico, saremo in piazza sabato 30 alle ore 15 a Porta San Paolo/Piramide per un corteo che raggiungerà Bocca della Verità, in un blocco unitario di tutto il sindacalismo di base e conflittuale, di nuovo insieme dopo il successo dello sciopero generale dell’11 ottobre e come ulteriore passaggio di un percorso che avrà altre tappe rilevanti nei mesi di novembre e dicembre durante la discussione e le decisioni alle Camere sulla manovra finanziaria e sull’uso delle risorse del PNRR.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS-Confederazione dei comitati di base
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