Nel corso di una lezione sull’Islam e i dissidi religiosi fra sunniti e sciiti, presso l’Istituto Tecnico Commerciale Schiapparelli di Milano, tenuta da due giornalisti del Corriere, che racconta questa singolare vicenda, è intervenuta una alunna, Amina, con un visibile velo blu in testa. «Chi l’ha detto che sciiti e sunniti si scontrano sulla successione? Per l’Islam non ci può essere successore di Maometto. E comunque è tutto spiegato nel Corano. Non servono altri libri, il Corano spiega tutto, dice tutto».
«Se io voglio conoscere la fede dei cristiani vado a chiedere a un ministro della fede cristiana. Non certo a mio papà musulmano. Ma così deve avvenire anche per i musulmani. Ci si rivolge al gran muftì della moschea di Al Azhar al Cairo. La sua definizione di sciiti e sunniti è quella giusta», aggiunge.
Parte subito un coro di applausi e di urla di sostegno favore della ragazza.
«Sono una quarantina di studenti musulmani che la appoggiano sempre quando parla. Per noi è davvero difficile replicare. In genere gli studenti italiani restano zitti, non sanno bene cosa dire, non hanno argomenti», spiega uno dei due rappresentanti degli studenti.
Da parte dei giornalisti del Corriere si cerca di rispondere: «La moschea di Al Azhar ospita un’autorità sunnita, importante quanto si vuole, ma non è affatto detto che piaccia agli sciiti. Lo scontro tra sciiti e sunniti esplode dopo la morte di Maometto. Il Corano, rivelato prima, evidentemente non ne può parlare».
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Intervengono anche un paio di professori nel tentativo di rimettere ordine, mentre i giornalisti del Corriere incalzano: «Forse sarebbe il caso di studiare un poco di storia delle religioni. Ricordarci che la nostra cultura europea è anche figlia del Rinascimento e dell’Illuminismo. Occorre leggere i testi di Voltaire, ricordare Rousseau, andare a rivedere le radici del pensiero laico, l’ode al dubbio di fronte al dramma delle guerre di religione che tanto sangue ha versato in Europa nei secoli scorsi»
Ma non serve a nulla, è il commento dei due del Corriere e mentre si cerca di chiudere la conferenza Amina con la maggior parte degli studenti che la sostiene lascia l’aula.
Se solo tre docenti si dicono colpite dai toni del dibattito, una professoressa precisa: «È la prima volta che questi argomenti esplodono con tanta passione. In genere restano come soppressi, covano nell’aria senza venire alla luce» .
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