Ogni anno sono sempre numerosi i neodiplomati che provano ad entrare a medicina, preparandosi per mesi al tanto temuto e discusso test di ammissione.
Ma se riuscire ad accedere al corso di laurea sembra difficile, il percorso accademico potrebbe rivelarsi decisamente più arduo.
Quello di Medicina e Chirurgia è probabilmente uno dei corsi più lunghi e complessi, non solo per via dei tanti esami impegnativi, ma anche per la tipologia di attitudine personale richiesta ai singoli individui.
La passione in questo caso particolare deve essere sostenuta da una forte motivazione in vista di quello che è l’obiettivo principale e finale della professione: aiutare gli altri.
La durata del corso di laurea è di sei anni, dopo i quali è necessario scegliere una specialistica.
Come già detto e come tutti sanno il test d’ingresso, particolarmente complesso non solo per la quantità di conoscenze richieste ma anche per l’affluenza di candidati, garantisce l’accesso solo ad un numero ristretto di studenti. I quesiti del test abbracciano varie materie, dalla logica alla cultura generale e ovviamente l’intero ambito delle scienze come fisica, matematica, biologia e chimica.
Durante l’ultimo anno, lo studente dovrà affrontare un tirocinio presso policlinici universitari, ASL, aziende ospedaliere o ambulatori. Al termine di questo sarà sottoposto ad un test scritto che comprovi le conoscenze acquisite durante l’anno di pratica.
Quando si pensa di intraprendere questi studi è importante avere piena consapevolezza soprattutto del fatto che essere medici non è come si vede nei celebri medical-drama della tv. Essere medico richiede una spiccata empatia e la capacità di gestire stress e stanchezza, soprattutto durante i primi anni di pratica.
Una volta terminati i sei anni, i neolaureati dovranno svolgere tre mesi di tirocinio che andranno a costituire la prima parte dell’esame di abilitazione. Oltre al tirocinio infatti, per poter esercitare a pieno titolo la professione, è necessario superare una prova scritta strutturata in due sezioni: area preclinica e area clinica, per un totale di 180 quesiti.
A questo punto si può presentare la domanda di iscrizione all’Ordine dei Medici Chirurghi della provincia in cui si risiede.
Una volta ottenuta l’abilitazione ci si può fermare, ma con il titolo di Medico Chirurgo non si può lavorare in ospedale, oppure continuare gli studi e intraprendere un corso di specializzazione. Scegliere una specialistica non è facile: spesso si incominciano gli studi convinti di una decisione per poi accorgersi in corso d’opera di essere predisposti per tutt’altro ambito.
Le scuole di specializzazione sono varie (pediatria, cardiochirurgia, medicina legale…) e la loro durata varia tra i due e i sei anni. La specializzazione più lunga è quella in neurochirurgia.
Per avere un impatto con la realtà della malattia e del mestiere, si può poi pensare di fare domanda per un incarico nell’ex guardia medica, dove spesso si lavora in condizioni difficili e imprevedibili.
Se invece, dopo la laurea, si vuole fare esperienza e al contempo aiutare concretamente le persone, ci si può proporre e candidare per prestare servizio e soccorso nei luoghi dove ce n’è ampio bisogno: nelle zone di guerra, tra le popolazioni disagiate, nelle aree geografiche soggette a disastri. Medici Senza Frontiere ad esempio recluta volontari da impiegare nei 400 e più progetti che gestisce in 85 paesi.