Vorremo presentarvi uno dei complessi problemi di questo anno scolastico

Gentile Ministro, Professoressa Maria Chiara Carrozza,
ci rivolgiamo a Lei presi da una forte preoccupazione e con la concreta consapevolezza di aver messo a dura prova tutte le risorse per evitare di arrivare a questa situazione a dir poco paradossale.
Siamo un gruppo di genitori e lavoratori della scuola provati da oltre nove mesi di vicende giudiziarie dal sapore kafkiano. La nostra scuola, pubblica, statale, secondaria di secondo grado “Grazia Deledda”, ai piedi del bel colle san Michele di Cagliari, è stata vittima (è il caso di dirlo perché unico caso in provincia) di una “soppressione”, in nome di un dimensionamento che è parso fin da subito gestito in forme e modi a dir poco bizzarri, sia dai rappresentanti politici che dagli amministratori, dirigenti e direttori ministeriali ai vari livelli. Che brutta parola, la ‘soppressione’. In un momento in cui i soffitti crollano e la sicurezza resta un preliminare segno di civiltà e tutela dell’investimento in un futuro migliore, non solo si taglia ma addirittura si sopprime: anche il linguaggio la dice lunga sulle politiche di investimento in istruzione e civiltà. Tale soppressione è arrivata come un fulmine a ciel sereno, sulle teste di alunne, alunni, genitori e lavoratori della scuola – quanti a scuola vivono, lavorano, preparano e si preparano alla vita – nonostante il comma 2 dell’articolo 4 del D.P.R. 18 giugno 1998, n. 233 indichi chiaramente che “Agli enti locali è attribuita ogni competenza in materia di soppressione, istituzione, trasferimento di sedi, plessi, unità delle istituzioni scolastiche che abbiano ottenuto la personalità giuridica e l’autonomia. Tale competenza è esercitata, su proposta e, comunque, previa intesa, con le istituzioni scolastiche interessate con particolare riguardo alle disponibilità di organico e al raggiungimento delle finalità di cui all’articolo 1, comma 2”.
Avendo fin da subito ravvisato gli estremi per adire le vie legali contro una serie di atti e procedimenti di dubbia legittimità, oltre che avendo immaginato le conseguenze negative di un tale provvedimento, ci siamo rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale, il quale si è espresso in modo inconfutabile contro forma e sostanza di tale dimensionamento scolastico riferito alla soppressione del Deledda ma non solo.
La invitiamo di cuore a metterci nelle condizioni per riavviare serenamente il percorso di rinnovamento e crescita di una istituzione scolastica che, a parte gli aspetti affettivi e le oggettive peculiarità ma anche le ordinarie difficoltà, proprio nell’anno della “soppressione”, ha visto aumentare significativamente il numero di richieste di iscrizione. Le chiediamo di aiutarci a riacquistare fiducia nella scuola pubblica e nelle istituzioni per le motivazioni che stiamo provando a esporle in queste poche righe e che potrà consultare più nel dettaglio nei documenti ufficiali. La situazione, trascinatasi fino ad oggi per la determinazione a non ottemperare alle sentenze dei giudici del Tar Sardegna e del Consiglio di Stato da parte del dottor Francesco Feliziani, vice direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna, è giunta ad un capolinea. Infatti, alla luce degli ultimi sviluppi della vicenda (l’obbligo a ottemperare da parte del Tar Sardegna nei confronti del dottor Feliziani, reso ufficiale con sentenza n. 970 del 2013 seguita al ricorso numero di registro generale 720 del 2013 e depositata il 24/12/2013) e a prendere in esame la situazione che si è venuta a creare.
Il 5 agosto 2013 il Tar ha emesso la sentenza a favore di noi ricorrenti, annullando la soppressione della nostra scuola. L’ufficio scolastico regionale, nella persona del dottor Feliziani, ha ignorato questa sentenza, ricorrendo al giudizio del Consiglio di Stato, il quale, con motivazioni di una estrema gravità nei confronti del Ministero ha confermato l’illegittimità della delibera di soppressione (e non solo). Nonostante queste due sentenze e una delibera regionale (la 36/24 del 12 settembre 2013), il dottor Feliziani ha continuato a non ottemperare alle sentenze che, è risaputo, oltre ad essere rispettate, come si sente dire dagli stessi dirigenti debitamente “istruiti”, vanno anche eseguite. I disagi creati sono stati di una gravità indescrivibile e hanno di fatto rappresentato, per la determinazione a vivere la vicenda con fiducia e rispetto delle istituzioni, il più motivante e impegnativo laboratorio di educazione civica o convivenza civile e cittadinanza che dir si voglia, vissuto insieme da alunne, alunni, genitori e lavoratori della scuola, rappresentanti vari della società civile. Ci ha inorgoglito sentirci di fatto snobbati da quasi tutte le principali organizzazioni sindacali, evidentemente troppo coinvolte nelle logiche trasversali e opache per prendere una chiara posizione a tutela dei lavoratori e delle famiglie. Ciononostante, abbiamo dimostrato, nel lavoro quotidiano scolastico di studenti e operatori, e nelle sedi istituzionali pubbliche, di continuare a voler credere nei valori della Costituzione e nell’indispensabile ruolo che la scuola riveste nel territorio e in un’Italia in declino morale e politico.
La nostra è una scuola a cui teniamo, per la sua specificità, come avrà modo di scoprire attraverso i vari documenti prodotti in questi mesi e come potrà verificare, se volesse onorarci di una visita personale. I danni materiali provocati alle strutture in questi mesi di purgatorio istituzionale (controsoffitti sfondati, vetri rotti, cavi elettrici strappati) sono il risultato di una disattenzione delle istituzioni locali e di una difficile convivenza con altre realtà scolastiche a cui siamo stati costretti in questa fase “interlocutoria”, in cui ci siamo spesso sentiti abbandonati, per fortuna affidati al senso di responsabilità di alunne, alunni e personale scolastico di cui, ciascuno dell’altro, andiamo fieri e orgogliosi nonostante i problemi e le difficoltà incontrate.
Al Grazia Deledda hanno sempre convissuto in armonia, nonostante i duri colpi di una mancata riforma della scuola, diversi indirizzi e professionalità. Non si sono mai verificati casi di bullismo, atti vandalici; e ha sempre prevalso una sostanziale armonia tra insegnanti, alunni e personale scolastico, all’insegna di un ammirevole rispetto reciproco. Questi cambiamenti hanno interrotto bruscamente e in modo irrazionale – come i fatti e gli sviluppi continuano a dimostrare – la continuità didattica, hanno alimentato il caos e il malcontento nelle alunni e alunni, con accorpamenti spesso inadeguati o comunque non adeguatamente supportati da motivazioni e situazioni logistiche in grado di garantire gli standard didattici, di sicurezza e benessere minimi.
Gentile Ministro, venga di persona e ci ascolti. Non si limiti a leggere le carte o a sentire i suoi collaboratori diretti che spesso a scuola, dirigenti compresi, hanno (comprensibilmente?) ben altro a cui pensare.
Al di là di tentativi di strumentalizzazione, svilimento delle motivazioni forti a voler mantenere in piedi una scuola che ha urgente bisogno di investimenti, rinnovamento e incentivi, non di soppressioni, il nostro vuol essere un accorato e quanto mai sincero, genuino, appello a intervenire per una serena e condivisa presa in carico della questione ora trascinata fino ad una situazione di delicata complessità per gli esiti che potrebbe avere nell’immediato futuro (pensi soltanto alla preclusione di una qualunque forma di orientamento per le iscrizioni al prossimo anno scolastico che potrebbero diventare motivo di ulteriore disagio per il Deledda fatto “rinascere” fuori tempo massimo per una serena progettualità per i prossimi anni.
Nonostante tutto, infatti, nel sistema “Scuola in chiaro” del Miur a pochi giorni dall’inizio delle iscrizioni non esiste traccia dell’I.I.S. Deledda (ex I.T.A.S., ex I.T.F. con Maxi sperimentazione globale), e non si conosce il codice meccanografico dell’Istituto. Né i lavoratori hanno percepito un solo centesimo del Fis e del Mof dell’a.s. 2012/13, regolarmente contrattato a livello d’Istituto, così come non sono state pagate le fatture, le convenzioni e le prestazioni d’opera agli esterni per i Progetti regolarmente svolti e coperti da finanziamenti.
Per questo ci permettiamo di invitarLa a prendere personalmente e direttamente in carico la questione, contattandoci personalmente se necessario, anche qui da noi, senza dover passare per gli uffici o le sedi istituzionali con le quali non è stato possibile dialogare in modo proficuo. La accoglierà un numero di persone autenticamente onorate di raccontarLe i fatti e con cui condividere ansie e preoccupazioni per una scuola che sta diventando l’emblema del desiderio di riscatto e motivo di orgoglio del sentirsi parte di un sistema democratico e partecipativo, statale e pubblico.
L’occasione ci è lieta per porgerLe, coi Migliori Saluti, i nostri più sinceri e sentiti AUGURI per un Sereno e Felice 2014.
 
Firmano

Genitori, alunni e lavoratori della scuola

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